Renzi dovrà mostrare gli scontrini che da sindaco aveva tenuto segreti
Chi di scontrino ferisce di scontrino perisce. Matteo Renzi, che aveva scaricato Ignazio Marino per la vicenda degli scontrini, si ritrova costretto a dover rendicondare le spese fatte al tempo in cui era sindaco di Firenze. Una storia che ha già visto l’archiviazione di un’inchiesta da parte della Corte dei Conti della Toscana, ma che oggi fa segnare una nuova tappa: il Tar di Firenze ha dato ragione al Movimento 5 Stelle che aveva fatto richiesta di accesso agli atti, chiedendo di visionare scontrini e ricevute. Che ora dovranno essere esibite. «Il Comune deve consegnare al M5S gli scontrini e le ricevute delle spese di Renzi risalenti al tempo in cui era sindaco», annunciano i 5 Stelle, che hanno deciso di recarsi con una folta delegazione di parlamentari lunedì prossimo a Palazzo Vecchio per chiedere che le spese vengano rese note. Il Tar ha anche condannato il Comune di Firenze a pagare le spese legali dei consiglieri.
Renzi e la vicenda degli scontrini
La sentenza è chiara e inequivocabile, hanno scritto i 5 Stelle in un comunicato che riporta stralci della sentenza: «L’accesso dei consiglieri comunali – si può leggere nel corpo del testo – è strumento di controllo e verifica del comportamento dell’amministrazione, in funzione di tutela di interessi non individuali, ma generali, e costituisce espressione del principio democratico dell’autonomia locale e della rappresentanza esponenziale della collettività». «Anche per questa ragione – hanno continuato i parlamentari M5S – il Comune di Firenze è stato condannato al pagamento delle spese legali nei confronti di due consiglieri comunali del M5S che hanno fatto richiesta di accesso agli atti. Ora non ci sono proprio più scuse e il sindaco Nardella, piuttosto che difendere il suo capo Renzi, rispetti i cittadini italiani che vogliono sapere come Renzi ha speso i fondi pubblici, cioè i soldi di noi tutti».