Sorpresa: il tribunale dei vincitori assolve il leader serbo Vojslav Seselj
Il Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi) ha assolto in primo grado il leader ultranazionalista serbo Vojislav Seselj, dichiarandolo non colpevole per nessuno dei nove capi di imputazione. Soddisfazione in Serbia e in particolare a Belgrado, dove i nazionalisti avevano preannunciato una manifestazione in caso di condanna di Seselj. «Da oggi Vojislav Seselj è un uomo libero», ha detto il presidente del Tpi Jean Claude Antonetti. Seselj era accusato di crimini di guerra e contro l’umanità commessi contro le popolazioni croata e musulmana negli anni 1991-1993, durante i conflitti nella ex Jugoslavia. Seselj, che è leader del Partito radicale serbo (Srs, ultranazionalista), non era presente in aula alla lettura della sentenza. Si trova infatti a Belgrado dove nei mesi scorsi gli è stato consentito di tornare per ragioni di salute, e ha sempre rifiutato di tornare all’Aja in occasione della sentenza, così come richiesto dai giudici. Seselj era accusato tra l’altro di aver sostenuto e propagandato il progetto della Grande Serbia, di aver appoggiato piani di torture, deportazioni, maltrattamenti e altri crimini compiuti dalle forze serbe contro croati, musulmani bosniaci e la popolazione della Voivodina (nord della Serbia) durante le guerre degli anni Novanta. La procura, che aveva chiesto una condanna a partire da 28 anni di carcere, ha diritto a presentare ricorso.
Pochi giorni fa lo stesso tribunale aveva condannato Karadzic
Le prime reazioni degli esperti in Serbia sono tuttavia di grande sorpresa per l’assoluzione di Seselj, che peraltro non ha diritto a chiedere alcun risarcimento né al Tpi né al governo serbo per gli anni passati in carcere dal febbraio 2003, quando si consegnò spontaneamente al Tribunale dell’Aja. Molti pensano che sia una specia di contrappeso per la recente condanna dell’altro leader serbo, Radovan Karadzic, che ha avuto 40 anni di prigione. Seselj ha duramente criticato la condanna di Karadzic da parte del Tpi per genocidio violenze e crimini durante la guerra di Bosnia (1992-1995), affermando che Karadzic non ha alcuna colpa e che è stato condannato solo perché serbo. «Il Tpi è un Tribunale falso, e la condanna di Karadzic è una condanna di tutto il popolo serbo e della sua storia», ha detto Seselj parlando qualche giorno fa a Belgrado a una manifestazione di alcune migliaia di suoi sostenitori. Radunatisi sulla centrale Piazza della Repubblica, gli ultranazionalisti hanno poi attraversato in corteo le vie del centro scandendo slogan contro il governo di Aleksandar Vucic, contro la Ue e contro la Nato. La manifestazione è stata indetta non a caso nel 17° anniversario dell’inizio dei bombardamenti Nato contro la Serbia di Slobodan Milosevic. Sventolando bandiere della Serbia, i manifestanti hanno scandito a lungo «Radovan Karadzic, Ratko Mladic, Serbia, Russia: non ci serve l’Unione europea».