Storace apre la campagna elettorale: “Roma invasa tornerà italiana”
“Roma invasa tornerà italiana”, “Roma impaurita tornerà sicura”, “Roma sporcata tornerà pulita“. Sono le tre linee guida lanciate da Francesco Storace nella sua corsa al Campidoglio, aperta ufficialmente oggi. “Oggi si apre una campagna elettorale -assicura Storace – che sarà di popolo. I giochi di palazzo li lasciamo ad altri, le primarie finte non fanno per la città di Roma”. In un teatro Quirino pieno, ha aggiunto: “Credo che tanto popolo sceglierà, col voto disgiunto, il candidato più serio che c’è”
“Il territorio va controllato centimetro per centimetro”
I tre obiettivi indicati da Storace sono promossi da 112 comitati elettorali e da due liste che lo sostengono. Storace ha scelto testimonial appartenenti alla società civile e non al mondo dello spettacolo. “Vi prometto che, se diventerò sindaco, dedicherò la mia vita alla città, me ne assumo l’impegno”, ha spiegato. Dal palco un riferimento alla frattura all’ interno del centrodestra: “Mi è spiaciuto – ha puntualizzato – l’atteggiamento del centrodestra nei miei confronti; un centrodestra che cerca i candidati negli scantinati degli album di famiglia della sinistra”. E poi ha palato dei punti del programma tra cui la rivoluzione del sistema di Welfare, l’aumento dell’illuminazione pubblica per garantire sicurezza, un coordinamento tra le forze dell’ordine con squadre interforze in 100 punti caldi della città da creare d’accordo con il Prefetto perché il territorio “va controllato centimetro per centimetro”. “Il comandante dei vigili deve appartenere al Corpo e non venire da fuori – ha aggiunto Storace – e i vigili devono occuparsi della lotta all’abusivismo”; e poi, mutuo sociale poteri regionali al Comune soprattutto sulla gestione degli ospedali”. “Tolleranza zero, noi possiamo dirlo, e non come Bertolaso che è incriminato per corruzione e non può parlare di legalità. Spero nella sua assoluzione finale ma non avrebbe dovuto esporre il suo popolo con una campagna elettorale”.
“Marò a casa o chiudiamo i negozi indiani”
Storace ha parlato anche di Girone e Latorre. “Prometto che, se sarò sindaco convocherò in Campidoglio l’ambasciatore dell’India per dirgli che se i Marò non tornano in Italia chiuderemo tutti i ristoranti e i negozi indiani di Roma”.
“Già abbiamo avuto un sindaco proto-grillino: Marino”
Non poteva naturalmente mancare un attacco di Storace ai grillini. “Un sindaco proto-grillino lo abbiamo già avuto e si chiamava Ignazio Marino. Ci può governare chi sta al collare di Casaleggio e si fa guardare le mail?”. “Roma – ha aggiunto- ha bisogno di persone serie e deve essere governata da chi sa già come si guida un’istituzione, portando coraggio e passione senza faziosità”.
“Il 9 e il 10 aprile saremo ad Assisi”
Infine l’annuncio di una due giorni di studio. “Il 9 e 10 aprile saremo ad Assisi per due giornate di ricostruzione, per lavorare a un progetto politico di risposta nazionale”. Una due giorni che sarà “anche un momento di preghiera in cui tutti saranno i benvenuti”.