Vendita Banca Etruria, Meloni: il governo tiri fuori le carte dell’Ue
Giorgia Meloni vuole vederci chiaro nel giallo della vendita di Banca Etruria (e delle tre sorelle) “comandata” da Bruxelles. «Renzi e Gentiloni rendano pubblica immediatamente e senza omissis la lettera della Unione europea in cui si intima la vendita di Etruria, Marche, Cariferrara e Carichieti entro il 30 aprile (pena la loro chiusura) e tutto il carteggio su una eventuale proroga», ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia dopo l’esplosione del caso, i silenzi e le rettifiche del Ministero dell’Economia sulla tempistica. La trattativa è avvolta nel mistero. «Questi irresponsabili al governo continuano a nascondere ai cittadini informazioni che riguardano i loro risparmi. Devono smetterla di tutelare i banchieri alle spalle dei cittadini. Dal governo pretendiamo massima trasparenza e chiarezza, perché i risparmiatori hanno già pagato a carissimo presto le trame e le furbizie di questo esecutivo», ha concluso Giorgia Meloni.
Meloni chiede la lettera
Il caso era esploso dopo la pubblicazione da parte de Il Fatto Quotidiano di una lettera della commissione europea, firmata dalla commissaria Margrethe Vestager, comprendente alcuni omissis il più importante dei quali riguardava appunto la data della vendita. L’ultimatum della Commissione era chiaro: «Se la banca ponte non sarà venduta entro il 30 aprile 2016, interromperà immediatamente ogni attività diversa dal recupero dei crediti in essere a data, non svilupperà nessuna nuova attività o business, non entrerà in nuovi mercati e non acquisirà nuovi clienti». Tradotto dal burocratese significa la morte per le quattro banche affidate al presidente Roberto Nicastro. Per i più è top secret la lettera con cui la commissaria europea alla Concorrenza ha autorizzato lo scorso 22 novembre il salvataggio della quattro banche in crisi. Una lettera scritta in inglese, per volere del governo italiano che ha segretato i punti salienti sui quali Bankitalia continua a glissare