Le vittime di Bruxelles fanno piangere la Mogherini. Ma così ride l’Isis

22 Mar 2016 16:15 - di Lando Chiarini

Non è uno spettacolo incoraggiante quello offerto dalla Mogherini in lacrime, costretta dal groppo in gola a lasciare la conferenza stampa sotto lo sguardo premuroso di Nasser Jodeh, il ministro degli Esteri giordano che l’ha cavallerescamente abbracciata per poi accompagnarla in un’altra stanza. È accaduto ad Amman dove Federica Mogherini si trovava per illustrare la posizione dell’Ue sulla situazione in Medio Oriente. Nella capitale giordana l’hanno raggiunta le tragiche notizie provenienti da Bruxelles causandone il crollo emotivo di fronte ai giornalisti. Ognuno ha il suo carattere, ma lo status di reggitore della cosa pubblica – si chiami essa città, regione, Stato o Unione Europea – impone a chiunque ne sia insignito di non cedere alla forza dei sentimenti. Non in omaggio a un malinteso cinismo, bensì in nome della consapevolezza che un minuto dopo il verificarsi di una tragedia collettiva – e quella di Bruxelles indubbiamente lo è – i governati cercheranno nel volto, nei gesti e nelle parole dei loro governanti la fiducia e il coraggio smarriti. In poche parole, versare pubbliche lacrime di fronte al terrorismo è un lusso che un politico non può permettersi senza generare apprensione e sconcerto nella pubblica opinione. Sotto questo aspetto, l’atteggiamento della Mogherini è solo l’ennesima conferma della refrattarietà delle nuove leve della politica a distinguere tra privato e politico, tra sentimenti personali e doveri del ruolo, tra ciò che si è e quel che si deve apparire in ossequio alla funzione pubblica. Tutto – si tratti della gravidanza della Meloni o delle lacrime della Mogherini – rifluisce in una dimensione intimistica e personale a dispetto della loro pubblica rilevanza. Anche Augusto imperatore pianse alla notizia della disfatta delle sue legioni nella foresta germanica, ma non esisteva la tv né youtube. Esattamente la ragione per cui Margaret Thatcher, Golda Meir, Indira Gandhi – giusto per limitarci a tre grandi protagoniste femminili – avranno pianto i loro morti ben al riparo dagli occhi dei loro popoli. Altri tempi, altre donne. Peccato non averne più.

 

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