Choc al pronto soccorso di Vicenza. Il gioco sadico sulla pelle dei malati
Un sadico gioco sulla pelle dei pazienti in attesa di ricovero al Pronto Soccorso. È successo all’ospedale San Bortolo di Vicenza. Medici e infermieri facevano a “gara” sull’uso e il numero delle cannule inserite nelle vene dei pazienti, con tanto di punteggio assegnato per ogni tipo di tubicino, da quello più sottile a quello più doloroso. Una sfida folle, via smartphone, a chi riesciva a mettere la cannula più grossa e dolorosa nelle vene dei malati ignari e sofferenti.
Il gioco sulla pelle dei pazienti
I protagonisti di questo squallido gioco, come riporta il Giornale di Vicenza che rivela l’indagine interna dell’ospedale di Vicenza, sono stati due medici e sei infermieri in servizio nel reparto d’urgenza della struttura ospedaliera. La decisione di dare avvio al “gioco delle flebo” sarebbe stata presa nel corso di una cena e la vicenda sarebbe andata avanti fino a quando uno dei partecipanti ha deciso di parlarne con il primario che ha subito informato la dirigenza del nosocomio. È stato il primario Vincenzo Riboni, infatti, una volta scoperta la trama, a individuare i responsabili e a far partire l’inchiesta interna all’ospedale che si è conclusa con due sanzioni e sei archiviazioni. Non proprio una “punizione” esemplare: un medico è stato punito con la censura scritta, un infermiere con il rimprovero scritto. Prosciolti, invece, l’altro medico, una donna, e gli altri 5 infermieri, 3 donne e 2 uomini. Ma l’assurda vicenda potrebbe non finire qui: il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato che intende portare gli atti in Procura.