La confessione di Giachetti: “Mi sono dovuto nascondere dai romani”
«La cosa peggiore che sono stato costretto a fare in campagna elettorale? La fotografia del manifesto. Ero nascosto in mezzo alle frasche perché passavano le macchine, per non farmi vedere che stavo lì». Così Roberto Giachetti a Un Giorno da Pecora. Il candidato a sindaco di Roma per il centrosinistra (che rischia di non arrivare neanche al ballottaggio) ha parlato anche del sostegno ricevuto del premier. «Renzi l’ho sentito per il mio compleanno. Lo sento vicino al mio progetto, poi devo fare io per me, il sindaco di Roma lo voglio fare io. Se Renzi porta voti? Certo che Renzi porta voti! Ricordiamo quello che è successo alle europee…». Il candidato Pd, uscito vittorioso dalle primarie del centrosinistra con il 66% dei voti, ha battuto lo sfidante Roberto Morassut col 27% delle preferenze. La scarsa affluenza di elettori, però, è stata la nota dolente delle primarie. A marzo hanno votato la metà degli elettori rispetto alle primarie del 2013, quando gli elettori di centrosinistra vevano scelto Ignazio Marino e ai gazebo si erano recate più di 100 mila persone.
Giachetti, il radicale eletto con Mastella
Radicale da sempre, tra i fondatori prima della Margherita e poi del Partito Democratico, candidato “on the road”, ambientalista e strenuo assertore della non violenza. Giachetti, che ha 55 anni, è tutto che tranne un volto nuovo della politica romana. In Campidoglio ha lavorato per due consiliature al fianco di Francesco Rutelli, prima come capo della segreteria e poi come capo di Gabinetto del sindaco. In Parlamento da 15 anni, prima come deputato della Margherita eletto con Mastella e Mattarella, poi nel 2006 con l’Ulivo e quindi nel 2008 con il neonato Pd. Lo slogan che ha accompagnato la sua candidatura alle primarie del centrosinistra è stato #TuttaRoma a sottolineare l’impegno verso le periferie, girate in scooter durante le settimane di campagna elettorale. Sulla falsariga di Rutelli in motorino e del Marino ciclista.