David di Donatello, schiaffo al buonismo di sinistra alla Nanni Moretti
Il riconoscimento come miglior film – premiato anche con la statuetta per la migliore sceneggiatura – è andato a Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, ma non c’è alcun dubbio che il vero mattatore della serata dei David di Donatello sia stato il fantasy-noir ambientato tra Tor Bella Monaca e lo Stadio Olimpico, Lo chiamavano Joog Robot, di Gabriele Mainetti, che si è aggiudicato tutti i premi del carnet destinati ai singoli protagonisti.
David di Donatello: trionfa Lo chiamavano Jeeg Robot
Questo, dunque, ossia il ruolo di assopigliatutto assoluto che fa incetta di premi e concentra su di sé l’attenzione critica, il dato mediaticamente rilevante della serata di premiazione che ha avuto, a dispetto del podio, un solo, vero protagonista: il film di Mainetti con Claudio Santamaria. Ovvero, il racconto tra thriller e mitologia dell’uomo qualunque insignito – quando meno se lo aspetta – di poteri straordinari che, dopo un primo momento di spregiudicato egoismo e sfrenata autoreferenzialità, si trasforma in nuovo eroe metropolitano – attraverso un percorso di colpa e espiazione che approderà alla redenzione – consapevole di dover mettere le nuove magiche doti al servizio di un obbligo civile dettato da un inedito – per il protagonista – dovere morale.
Al di là dei premi, una lezione di buon cinema
Un compendio di vero cinema, il film di Mainetti che, in omaggio a diversi generi della settima arte e in ossequio a un mestiere artigianale capace di garantire al titolo i David per la regia, per le intepretazioni (tutte, protagonisti e non) e per una lungimirante pervicacia produttiva, Lo chiamavano Jeeg Robot, al di là dei titoli e del palmares, è stato indubbiamente incoronato dal pubblico e dalla critica come il film capace di mediare tra tradizione artigianale e attualità sociale tipicamente italiche, e la esterofila lezione sull’intrattenimento mutuata a suon di kolossal dalle produzioni estere. Una sapiente e alchemica mistura, la pellicola con Santamaria, tradotta in immagini suggestive e in un apologo affabulatorio che, tra strizzatine d’occhio e autocitazioni, disegna l’eloquente profilo cinematografico di un prodotto nuovo, capace di restituire nuova linfa formale e di esaltare poeticamente i tratti migliori del nostro cinema d’autore e d’intrattenimento doc, avvincente e al tempo stesso immune dal virus del vezzo intellettuale e della snoberia sinistrorsa e demagogica, stancamente assevita al politically correct…
La serata televisiva dei David di Donatello
Un’altra storia, un altro cinema… rientrando invece nei ranghi della mera cronaca spettaoclare del premio, va detto che a condurre la serata cinematografico- televisiva è stato Alessandro Cattelan, affiancato sul palco da rinomati protagonisti (a diverso titolo) del set, come Paola Cortellesi, Dante Ferretti, Stefano Accorsi, Christian De Sica, Nicola Piovani, Anna Foglietta, Valeria Golino, Francesco Pannofino, Vittorio Storaro, Michele Placido, Toni Servillo. Come detto, a vincere il riconoscimento per iol miglior film è stato Perfetti sconosciuti di genovese, premiato anche per la miglior sceneggiatura; mentre la palama per la miglior regia è andata a Matteo Garrone per Il Racconto dei Racconti, che ha ottenuto anche altri sei riconoscimenti tecnici. Assegnati, infine, fuori dalla trasmissione principale i premi come miglior film straniero a Il Ponte delle Spie e come miglior film europeo a Son of Saul. E allora, ecco di seguito l’elenco dei riconoscimenti assegnati all’ultima edizione del Premio David di Donatello.
Ecco l’elenco dei premi assegnati al David di Donatello
1) Miglior Film: Perfetti sconosciuti (di Paolo Genovese)
2) Miglior Regista: Matteo Garrone (Il racconto dei racconti)
3) Miglior Attore protagonista: Claudio Santamaria (Lo chiamavano Jeeg Robot)
4) Migliore Attrice protagonista: Ilenia Pastorelli (Lo chiamavano Jeeg Robot)
5) Migliore Attore non protagonista: Luca Marinelli (Lo chiamavano Jeeg Robot)
6) Migliore Attrice non protagonista: Antonia Truppo (Lo chiamavano Jeeg Robot)
7) Migliore sceneggiatura: F. Bologna, P. Costella, P. Genovese, P. Mammini, R. Ravello (Perfetti sconosciuti)
8) Migliore produttore: Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot)
9) Miglior regista esordiente: Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot)
10) Migliore documentario: S is for Stanley (di Alex Infascelli)
Seguono i premi per le categorie tecniche, andati a Andrea Maguolo (Lo chiamavano Jeeg Robot) come miglior montatore; a Peter Suschitzky (Il racconto dei racconti) come migliore autore della fotografia; a Simple Song #3 di David Lang (per Youth, La giovinezza), premiata migliore canzone originale; a David Lang (Youth, La giovinezza) come miglior musicista; a Angelo Bonanni (Non essere cattivo), miglior fonico di presa diretta; Dimitri Capuani e Alessia Fuso (Il racconto dei racconti) per la migliore scenografia; a Massimo Cantini Parrini (Il racconto dei racconti) come miglior costumista; a Gino Tamagnini (Il racconto dei racconti) per il miglior trucco; a Francesco Pegoretti (Il racconto dei racconti) come migliore acconciatore; a Makinarium (Il racconto dei racconti) per i migliori effetti digitali. Il premio giovani infine, è andato a La corrispondenza di Giuseppe Tornatore.