Ed ecco che la papessa Boldrini tuona contro l’Europa di muri e filo spinato
Laura Boldrini. Ancora lei. La sacerdotessa del politicamente corretto. Laura Boldrini che dice sempre la cosa giusta. Che fa sempre la cosa giusta. Stavolta sono i muri. Sono le barriere e il filo spinato. La Presidente della Camera pontifica dalle colonne paludate della Stampa, quotidiano in procinto di trasmigrare sotto l’ala Debenedettiana: non sono soluzione ai problemi, spiega. Sicura, pronta a dire la sua su tutto. Anzitutto su quel che non va. Su quel che è sbagliato. Stile severo e accigliato. Quasi una novella signorina Rottermaier della politica italiana. Che a sentirla, guardarla o soltanto a leggerne le elucubrazioni corri il rischio concreto della crisi ipoglicemica. Crisi che, contrariamente alla regola, nello specifico può giungere persino in presenza di bulimia da dichiarazione. Lei, Laura Boldrini, è totalmente immersa nel ruolo: terza carica della Repubblica. Ovvero, l’Istituzione con la I maiuscola. Roba da maneggiare con cura. Che, solo a guradare i predecessori, non è che porti poi un gran bene. Ma che lei si tiene stretta. Indossando sia i panni dell’oracolo sia quelli della professoressa. Una doppia veste nella quale c’è la condensa del Boldrini pensiero. Eccola, perciò alla prova della Storia, mentre spiega che l’Impero romano entrò in crisi quando “dopo aver a lungo amalgamato i popoli conquistati, Adriano bloccò l’inclusione e costruì il Vallo“. Dal che, ne potremmo dedurre, ci converrebbe cominciare a fare la guerra sul serio: bombardare, distruggere e soggiogare le popolazioni dei disperati, piuttosto che provare a fermare i flussi migratori. E poi, l’oracolo: i muri così orribili, la politica così debole. “Siamo circondati da guerre”, spiega. “L’Europa sia un tutt’uno coi migranti”, aggiunge. E t’aspetti una benedizione. Ma, no. Non si può. Non ancora almeno. Il Soglio pontificio è già occupato. E non sembra che la Chiesa, pur con tutti i guai che l’assillano, abbia intenzione di rinverdire la leggenda della Papessa Giovanna. Nel qual caso, comunque, lei, Laura Boldrini, sarebbe già li. Grata e disponibile, presumiamo. Del resto, ha ottenuto il seggio in Parlamento – in lista bloccata – da quel Niky Vendola probabilmente già distratto dal desiderio ricorrente della maternità/paternità. Poi, in forza delle terribili allucinazioni post voto di Pierluigi Bersani, s’è trovata seduta sulla poltrona più alta di Montecitorio. Perché non pensare in grande? Mai dire mai.