La Gran Bretagna pronta a inviare truppe da combattimento in Libia
La Gran Bretagna «non esclude» per il futuro l’intervento di truppe di terra in Libia. Lo ha dichiarato al Sunday Telegraph il ministro degli Esteri inglese, Philipp Hammond, secondo il quale al momento non è possibile alcuna previsione circa l’evoluzione dell’ex-colonia italiana. In ogni caso – ha tenuto a precisare il titolare del Foreign Office – qualsiasi ipotesi di partecipazione militare diretta di uomini della Gran Bretagna in suolo libico dovrà essere autorizzata dalla Camera dei Comuni.
Il “Foreign Office”: «Isis troppo vicina. La Gran Bretagna non esclude nulla»
Le parole di Hammond sono rivelatrici della forte preoccupazione occidentale rispetto ad una possibile escalation dell’ingovernabilità della Libia e del rischio “somatizzazione” che essa corre. Con la non trascurabile differenza rispetto alla Somalia di trovarsi ad appena 100 miglia da Lampedusa. L’Isis alle porte di casa in un territorio ricco di petrolio significa moltiplicare all’infinito il pericolo di attacchi e di infiltrazioni terroristiche non solo in Italia ma in tutta l’Europa. Sempre Hammond ha infatti spiegato la sua presa di posizione proprio con la impossibilità di prevedere oggi «quali azioni saranno necessarie per sconfiggere i terroristi in futuro». E poi: «Se Daesh (cioè l’Isis, ndr) si stabilizza in Libia e cerca di usare quella base per infiltrare terroristi in Europa, sarebbe una minaccia per tutti noi».
Intanto oltre 1000 blindati sbarcano a Tobruk
E che la situazione sia davvero a un passo dal precipizio lo conferma indirettamente anche la notizia diffusa dalla tv Akhbarlibya24, secondo la quale centinaia di mezzi blindati e altrettanti veicoli da trasporto – 1050 in tutto – sono arrivati in queste ore nel porto di Tobruk. Secondo l’emittente, che ha pubblicato anche le foto dei mezzi, i blindati sarebbero destinati a un’offensiva per liberare la Sirte, che è la roccaforte dell’Isis in Libia. A guidarla ci sarebbe Kalifha Haftar, controverso capo di Stato Maggiore del Governo di Tobruk, anch’egli ex-generale dell’esercito di Gheddafi, accusato dal suo ex-portavoce Mohamed Al Hijazi di aver rallentato in passato l’avanzata dell’esercito contro l’Isis perché è in realtà alleato con i terroristi.