A Milano anche i fieri sikh indiani invocano la liberazione dei nostri marò
Piazza Duca d’Aosta, davanti alla stazione centrale di Milano, si è trasformata in queste ore in una sorta di Bollywood con l’invasione pacifica di centinaia e centinaia di sikh che hanno partecipato alla Nagar Kirtan, una processione anticipata dalla pulizia della strada da parte di volontari chiamati sewadars. La processione colorata, con turbanti, carri fioriti e canto di inni, è stata anche un’occasione per invocare la liberazione di entrambi i marò Latorre e Girone, ingiustamente accusati dal governo indiano di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala nel febbraio di quattro anni fa. Per la liberazione dei nostri due fucilieri di Marina sono state fatte centinaia di manifestazioni in Italia, ma il governo Renzi non agisce con sufficiente fermezza. Non è la prima volta che indiani presenti in Italia manifestano per i nostri marò, ma è importante che la comunità sikh in Italia, che è la più grande d’Europa dopo quella del Regno Unito, prenda posizione in maniera netta e ufficiale. I sikh sono seguaci di una religione monoteista nata nel nord dell’India nel XV secolo. Il loro edificio più sacro è il Tempio d’Oro, situato nello Stato indiano del Punjab. In Italia vi sono circa 70mila sikh, stanziati perlopiù nella Pianura Padana e nell’Agro Pontino, in quanto sono particolarmente versati per l’allevamento del bestiame. Ci sono 33 edifici di culto sikh in Italia, e un sikh è stato il primo seguace di quella religione a essere eletto vicesindaco di un comune italiano, Orbassano, nel Torinese.