“Non riconosco le nozze gay senza una legge”: c’è un giudice a Roma…
C’è un giudice a Berlino, anzi, a Roma: senza una legge approvata dal Parlamento, le nozze gay, anche se contratte all’estero, qui in Italia non sono valide. Lo ha deciso il tribunale civile di Roma respingendo il ricorso di due donne che si erano sposate in Portogallo e avevano chiesto al giudice la trascrizione del matrimonio nei registri dello stato civile del comune. In controtendenza con altri colleghi italiani, i giudici romani hanno detto no, rendendo di fatto vano anche quel registro delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, messo su, in Campidoglio, dall’ex sindaco Ignazio Marino, che aveva trascritto anche i matrimoni celebrati all’estero. La notizia della bocciatura, riportata da Repubblica, è corredata anche da uno stralcio della sentenza, secondo cui “non può esssere colmato per via giudiziaria il vuoto normativo conseguente alla inerzia del legislatore italiano (rilevata dalla Corte di Strasburgo con la pronuncia del 21 luglio 2015), il quale ancora non si è adeguato alle plurime indicazioni dei giudici nazionali, della Corte Europea dei diritti dell’uomo, e anche del Parlamento Europeo”. Secondo Franca Mangano, presidente del Tribunale, “‘eventuale equiparazione dei matrimoni omosessuali a quelli celebrati tra persone di sesso diverso e la relativa trascrizione nei registri dello stato civile rientrano nella competenza esclusiva del legislatore nazionale, cui questo giudice non potrebbe comunque sostituirsi”.