Raid Usa distrugge le banconote dell’Isis: in fumo quasi 800 milioni di dollari
Salta in aria la cassa dell’Isis: letteralmente. Stavolta i raid aerei delle forze americane hanno colpito e affondato – è proprio il caso di dirlo – banconote per un valore tra 500 e 800 milioni di dollari (circa 440-700 milioni di euro): a rivelarlo – secondo quanto riportato dalla Bbc online – il generale statunitense Peter Gersten.
Raid Usa distrugge le banconote dell’Isis
Dunque, stavolta nel mirino dei raid aerei della coalizione sono finite proprietà dell’Isis: il target ha dunque centrato e bruciato banconote per un valore tra 500 e 800 milioni di dollari (circa 440-700 milioni di euro), infierendo pesantemente sulla situazione situazione economica dell’Isis. I raid, una ventina in tutto, ha spiegato il generale Gersten, hanno contribuito ad un calo dei nuovi arrivi e ad un aumento del 90% delle defezioni nell’organizzazione. Gersten non ha specificato come gli Usa siano riusciti a sapere quanto contante sia stato distrutto, ma ha stimato che nel corso di un solo bombardamento su una casa di Mosul – in Iraq – sono andati in fumo 150 milioni di dollari. In questo caso le forze che combattono l’Isis hanno ricevuto informazioni di intelligence sulla stanza in cui si trovava il “tesoro” del Califfo e la stanza é stata bombardata, bruciando finanziamenti destinati alla Jihad del terrore e al reclutamento dei suoi miliziani.
Obama pronto a inviare ancora altre forze speciali?
Intanto, mentre la guerra agli uomini del Califfo segna un grosso punto a favore della coalizione anti-Isis, Barack Obama dichiara di non voler mollare la presa, e annuncia che potrebbe considerare l’ipotesi di inviare altre forze speciali per combattere l’Isis, dopo il recente annuncio dell’invio di altri 250 militari in Siria. A sostenerlo Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, nel suo briefing quotidiano. «Se questo ulteriore impegno di altre truppe produce risultati positivi, e il dipartimento alla difesa conclude che ulteriori risultati potrebbero essere generati con un impegno aggiuntivo, questo è qualcosa che il presidente potrebbe considerare».