Sondaggi, Hollande in caduta libera. I francesi: non ti candidare mai più
François Hollande ha novanta minuti per provare a convincere i cittadini francesi della sua guida. Novanta minuti per dissuaderli della delusione e della sfiducia aumentati a dismisura soprattutto dopo gli attentati del 13 novembre. Novanta minuti per tentare di recuperare e salvare un indice di gradimento in caduta libera per le tante – troppe – promesse disattese, franato dall’onda d’urto di una credibilità internazionale pesantemente minata e viziato dal virus di una crisi economica ormai endemizzata e di una politica sull’immigrazione rivelatasi inadeguata sotto ogni profilo. Invitato alla trasmissione Dialogue Citoyen su France 2, l’inquilino dell’Eliseo ha dunque novanta minuti, e deve spenderseli davvero bene: Hollande non può fallire, non ha più diritto all’errore.
Hollande, consensi in caduta libera
Consensi al minimo; col mirino degli oppositori interni centrato su di lui e finito ormai anche sotto scariche di fuoco amico, il presidente socialista è chiamato a riconquistare terreno: un terreno che frana sotto i suoi piedi ogni giorno di più e che il Front National ha invece, di contro, saputo guadagnare in termini di consensi elettorali e di credibilità politica. «I francesi non ci credono più», titola emblematicamente in prima pagina Le Parisien, che pubblica un nuovo, impietoso, sondaggio: un’indagine che sentenzia con la veridicità della matematica percentuale la debàcle di Hollande. E allora, per il 76% dei francesi il presidente d’oltralpe dovrebbe rinunciare alla corsa all’Eliseo del 2017. E ancora: 3 telespettatori su 4 confessano apertamente di non essere disposti a seguirlo in tv, né questa sera – quando sarà in onda ndr – né prossimamente. Hollande però, nonostante la cronaca di un insuccesso – l’ennesimo? – televisivo annunciato, si prepara all’esame mediatico: durante la trasmissione, il capo dello Stato si confronterà, tra l’altro, con quattro cittadini francesi, e coi giornalisti David Pujadas, Léa Salamé e Karim Rissouli. L’appuntamento è per la prima serata sulla tv di Stato.
Hollande in tv tra fuoco amico e oppositori interni
Un appuntamento che si presenta come una delle ultime, disperate occasioni di riconquistare appeal istituzionale. Con i consensi ridotti a zero ormai da molto; nel mirino critico di polemisti, gionalisti, intellettuali e avversari politici per non aver saputo affrontare il fenomeno dell’immigrazione, risollevare le sorti economiche del Paese, garantire con piglio e autorevolezza la sicurezza interna, rispondendo poi ad accuse e recriminazioni con improbabili esortazioni a non sottovalutare il pericolo rappresentato da Marine Le Pen, Hollande, ormai alle corde, potrebbe addirittura provare a tirare altri colpi sotto la cintura. E nonostante tutto, però, i suoi consiglieri si ostinano a ripeterlo: «Francois ci crede ancora». Si, Hollande, ormai praticamente un “eremita dell’Eliseo”, vorrebbe in realtà ripresentarsi nel 2017, alle prossime presidenziali in Francia. Ma con quale coraggio? L’ultima inchiesta dell’Ifop (società giudicata affidabile) indica che l’80% dei suoi concittadini non lo vuole come candidato: anzi, non si limita a scaricarlo, ne può proprio più. E allora, scriveva La sstampa qualche giorno fa, «i socialisti hanno appena deciso che convocheranno le primarie della gauche per designare il predestinato, ma i verdi e i comunisti già nicchiano, proprio perché hanno paura di vedersi rifilare alla fine il candidato Hollande». A buon intenditor…