A sorpresa lo stragista Breivik vince la causa: è stato maltrattato in carcere

20 Apr 2016 17:25 - di Giovanni Trotta

Un tribunale distrettuale di Oslo ha stabilito che i diritti umani di Anders Breivik sono stati violati in carcere. Breivik è l’autore della strage di Utoya, il 22 luglio del 2011, quando uccise 77 persone, quasi tutti giovanissimi. Le carceri norvegesi sono considerate come tra le migliori al mondo, e quelle dove i detenuti sono trattati meglio, ma Breivik non la pensa così, tanto che nel luglio scorso intentò causa allo Stato norvegese per trattamento inumano. E ora Breivik ha vinto in parte la causa da lui intentata contro lo Stato. Per la Corte di Oslo, invece, lo Stato norvegese non ha violato il diritto di Breivik a una vita privata e a una vita familiare. Facendo causa allo Stato norvegese, Breivik contestava infatti due presunte violazioni durante la sua detenzione: quella del diritto ad avere una vita privata e quella del divieto di trattamento disumano. Il tribunale distrettuale ha ritenuto che le condizioni di detenzione di Anders Behring Breivik hanno rappresentato una violazione dei diritti dell’uomo all’articolo 3 sul trattamento inumano. Fattori decisivi sono stati la lunghezza dell’isolamento, la giustificazione insufficiente, i diritti limitati di ricorso e per ottenere misure compensative.

Breivik lamentava la violazione dei diritti umani

Secondo Breivik, insomma, l’isolamento e il controllo delle comunicazioni a cui è sottoposto viola due articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo: il divieto di trattamenti inumani e il rispetto della privacy. La denuncia si riferisce alla sua permanenza nel carcere situato a 130 chilometri dalla capitale dove è stato trasferito nell’autunno 2013.  L’autore dell’efferata strage, 37 anni, lamenta il poco contatto sociale, limitato esclusivamente al personale carcerario e il troppo controllo delle sue comunicazioni postali e telefoniche, che limiterebbero la possibilità di relazioni sociali. Misura restrittiva che il tribunale giustifica peraltro con il fatto che il detenuto ha cercato in ogni modo di mettersi in contatto con altri estremisti. Può ricevere visiste della durata di cinque minuti al giorno, e gli è stata negata la possibilità di iscriversi a distanza a un’università. Oggi Breivik dispone di tre camere, una per dormire, l’altra per studiare e l’ultima adibita a palestra. Può uscire una volta al giorno, dispone di un computer senza internet, televisione e Playstation. Breivik è stato condannato a 21 anni di carcere per la strage, la pena massima per la legge norvegese.

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