No Tav sequestrarono e picchiarono un carabiniere: chiesti 6 anni di carcere

18 Apr 2016 14:51 - di Paolo Lami
Scontri dei No Tav al cantiere di Chiomonte

Sei anni di carcere è la condanna che il pm Antonio Rinaudo, a Torino, ha chiesto per due anarchici No Tav processati per il caso del carabiniere sequestrato il 3 luglio 2011 in Valle di Susa durante il primo degli attacchi al cantiere di Chiomonte. La causa, che si sta celebrando con il rito abbreviato, è stata aggiornata al 10 maggio.
Il militare, rimasto isolato nel corso di una sortita delle forze dell’ordine oltre le recinzioni, venne circondato, percosso, trascinato nei boschi e trattenuto da un folto gruppo di dimostranti. Ad essere processati sono adesso un romano e un piemontese. Il carabiniere, per le conseguenze dell’episodio, riportò traumi e lesioni giudicati guaribili in quattrocento giorni.
Quel giorno le forze dell’ordine vennero aggredite dagli estremisti no Tav e, al termine, nell’area degli scontri, vennero ritrovati e sequestrati fuochi artificiali trasformati in rudimentali strumenti da artigliere, bombe molotov, passamontagna, martelli e persino una specie di bazooka artigianale. Fra il materiale spiccava una specie di arma composta da un bastone, lungo un metro e ottanta centimetri, alla cui estremità erano stati applicati degli artifici pirotecnici.
Singolari anche i proiettili utilizzati dai dimostranti: dadi autobloccanti, da lanciare con delle fionde, ai quali i malviventi No Tav avevano fissato dei ”botti” con del nastro adesivo.
Di fuochi artificiali veri e propri – utilizzati dai dimostranti per segnalare spostamenti e coordinare azioni – ne furono  trovati 38; tredici di essi, chiamati ”Rambo 31”, erano chiusi in alcuni sacchi di nylon (del tipo di quelli adoperati dall’azienda municipale di Torino per la raccolta rifiuti). Vennero ritrovate anche tre molotov, bottiglie piene di benzina verde e munite di tappo e stoppino.
L’elenco degli oggetti sequestrati ai No Tav per ingaggiare gli scontri con carabinieri e polizia comprendeva perfino un martelletto, in dotazione alle Ferrovie, lanciato dagli estremisti contro personale della Digos, un falcetto, un seghetto, una maschera da verniciatore, un pezzo di tubo da cantiere, una fionda, un estintore, un paracolpi in gomma, due rudimentali scudi in plexiglass e tre passamontagna.

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