Bologna, i democratici gruppettari distruggono i libri di Salvini (fotogallery)
Hanno fatto irruzione nella libreria Feltrinelli di Bologna e hanno bruciato i libri. E’ una pagina orrenda quella che ha vissuto la democrazia ieri a Bologna dove estremisti dei più violenti Centri Sociali hanno prima cercato di raggiungere Salvini per picchiarlo, poi hanno chiesto al rettore di censurare la storia della prestigiosa Alma Mater rimuovendo i ritratti dei Rettori degli anni precedenti e, quindi, non contenti, hanno bruciato i libri nella libreria Feltrinelli.
Le hanno tentate tutte i malviventi dei Centri sociali per agguantare Salvini, “colpevole” di essere arrivato a Bologna per incontrare il Rettore dell’Università Alma Mater, Ubertini. Estremisti di sinistra, no global ed esponenti dei Centri sociali più violenti si erano organizzati per una dura contestazione al segretario della Lega, Matteo Salvini. Ma hanno trovato sulla loro strada un pesante schieramento di forze dell’ordine che, pur bersagliate da oggetti di ogni genere, hanno evitato il contatto.
Il primo contatto con le forze dell’ordine c’è stato poco prima di mezzogiorno quando alcune decine di manifestanti, dopo avere dato vita a una protesta davanti al rettorato in via Zamboni si sono spostati a Porta Saragozza per raggiungere la Facoltà di ingegneria dell’Università di Bologna, dove Salvini doveva incontrare il Rettore, Francesco Ubertini e dove ha convocato la stampa alle 13. Gli estremisti di sinistra hanno provato a risalire la via Risorgimento, ma sono stati bloccati da un cordone di forze dell’ordine, schierati in assetto antisommossa, con scudi e manganelli.
«Non è possibile che ogni volta Bologna sia ostaggio di un manipolo di delinquenti che vanno a scontrarsi con la polizia, che lanciano oggetti, fanno casino, quella non è contestazione, è delinquenza e come tale va trattata – ha detto Salvini – Se studiassero di più farebbero meglio alla costruzione del loro futuro. Poi se qualcuno contesta le idee di Salvini con le proprie idee è benvenuto».
Dopo un secondo tentativo dei manifestanti di risalire via Risorgimento, per raggiungere la Facoltà di Ingegneria dove era in corso l’incontro tra Salvini e il Rettore di Bologna, Francesco Ubertini, ci sono state un paio di cariche di polizia, che hanno allontanato i manifestanti che hanno lanciato a loro volta uova e ortaggi.
Salvini e Ubertini si sono intrattenuti per un breve colloquio, mentre, nel viale d’accesso alla Facoltà i collettivi si fronteggiavano con la Polizia, che ha reagito con un paio di cariche.
Prima di lasciare la città, il segretario della Lega si è intrattenuto a scambiare alcune battute con una studentessa che gli ha espresso la sua solidarietà per le contestazioni violente pur sottolineando di avere idee differenti.
Alla fine gli estremisti di sinistra hanno lamentato quattro feriti durante gli scontri con la polizia su Viale Risorgimento. Un manifestante, che ha attribuito la «responsabilità politica» di questa giornata a Ubertini, ha chiesto allo stesso rettore, per «scrollarsi in parte di dosso la responsabilità», di togliere dall’Università il ritratto di Goffredo Coppola, Rettore dell’Alma Mater durante la Repubblica Sociale italiana. Poco dopo la seconda carica della polizia i manifestanti si sono allontanati tornando mestamente in corteo verso il centro della città.
«Bologna, lancio di sassi, rami, uova e carciofi da parte dei soliti delinquenti dei centri a-sociali contro le forze dell’ordine, diversi feriti. Alfano, se ci sei batti un colpo: sgomberi!», ha scritto sulle sue pagine social Matteo Salvini commentando le aggressioni agli agenti da parte dei Centri sociali a Bologna. «Ringrazio – ha scritto Salvini – i tanti studenti che mi hanno ben accolto e incoraggiato, e ringrazio soprattutto il Rettore dell’Università di Bologna, Ubertini: 80.000 studenti (di cui il 10 per cento dall’estero), 4.000 ricercatori e dottorandi, 3.000 professori e altri 3.000 dipendenti. Un orgoglio per Bologna e per tutti. Bologna è pulita, quei 100 delinquenti rossi non sono nessuno. Grazie, andiamo avanti».
Più tardi, l’ultimo, gravissimo, episodio. Il collettivo Hobo ha concluso la propria protesta nella libreria Feltrinelli, sotto le due torri, dove ha distrutto il libro “Secondo Matteo”, dello stesso leader della Lega. Lo hanno rivendicato gli stessi attivisti, che hanno diffuso anche le foto e un video. «Abbiamo raccolto – hanno detto in una nota – l’invito di Salvini a “svuotare le librerie”, abbiamo ripulito il negozio dal suo libro “Secondo Matteo”, ridotto in brandelli e affidato all’unico luogo che lo può ospitare, cioè la pattumiera della storia». Il collettivo Hobo ha anche accusato il Rettore Francesco Ubertini, che ha incontrato Salvini, di «aprire le porte della nostra università a un leader razzista e xenofobo».
«Oggi a Bologna i “sinistrati mentali” del collettivo Hobo hanno distrutto i miei libri. Distruggere e bruciare libri, la storia insegna, non è mai sintomo di grande intelligenza – ha commentato Salvini che poi ha aggiunto, ironico – P.s. Alla faccia loro, il mio libro dopo poche ore è già QUARTO nella classifica generale delle vendite su Amazon!».