Brunetta: “Renzi balla tra annunci e mance su una nave che affonda”
Che Brunetta non abbia mai risparmiato commenti al vetriolo a Renzi non è certo una novità: la differenza rispetto a quanto accadeva fino a poco tempo fa, però, è che se fino a prima della mannaia giudiziaria caduta nel giro di breve su molti esponenti di punta dem – dell’esecutivo e non – le invettive e i tweet di denuncia venivano arginati da annunci spot e silenzi strategici, oggi, in queste ore soprattutto, le ricadute di quanto smascherato dal presidente dei deputati di Forza Italia sono più effettive e lampanti che mai. Il premier è in difficoltà, grave e palese, insomma, e Brunetta non fa sconti a quelle che le sono le sue responabilità politiche e governative…
Brunetta: l’Istat gela l’illusionismo e gli imbrogli del duo Renzi-Padoan
«Con le sue previsioni di rallentamento della crescita italiana nel breve periodo, l’Istat gela l’illusionismo e gli imbrogli del duo Renzi-Padoan. E il nostro paese si conferma fanalino di coda dell’Ue», torna a denunciare in una nota il presidente dei deputati di FI, Renato Brunetta che, stavolta, parla proprio di «previsioni cupe, cui si aggiunge la reprimenda della Banca centrale europea: i continui rinvii del pareggio di bilancio e l’inerzia del governo nella riduzione del debito pubblico aumentano l’incertezza e sono un segnale di non credibilità della politica economica italiana». «In sintesi: Renzi si gingilla con annunci e mance, distruggendo così non solo il bilancio pubblico – come ha fatto con il bonus degli 80 euro e con quello dei 500 euro, che hanno aumentato il deficit e il debito – ma distruggendo anche l’affidabilità del nostro paese, ormai precipitata a livelli tali da produrre disaffezione e fuga degli investitori stranieri. A due settimane dal giudizio definitivo della Commissione europea sulla irresponsabile Legge di stabilità del governo – conclude Brunetta – per Matteo Renzi quelli di Istat e Bce non possono sicuramente considerarsi segnali confortanti. E l’esecutivo trema…
Non funzionano più neppure le «armi di distrazione di massa»…
Come a dire insomma che Renzi, messo alle corde dalla vicenda lucana, dall’affaire petrolio, dalle dimissioni della Guidi, dai problemi della Boschi, dall’attività della magistratura e dai dissidi interni alla coalizione di governo pur tirando fuori l’ennesima «arma di distrazione di massa» non arriva – come vorrebbe, e come denunciato sempre da Brunetta ancora una volta nei giorni scorsi – «a mettere la polvere sotto il tappeto». E come potrebbe, del resto, in un momento come questo? Come ribadito ancora una volta nei giorni scorsi infatti – e sempre dal presidente dei deputatti azzurri – «siamo in deflazione, siamo in recessione, siamo gli ultimi in Europa, i consumi non sono ripartiti, il reddito non è ripartito, e questo 2016 sarà probabilmente un anno di totale crisi». Una crisi a cui poco servirà – ha ricordato ancora Brunetta – aver « drogato per un anno il mercato del lavoro» con le illusorie promesse del Job’s act che – come volevasi dimostrare – una volta «tagliata della metà l’incentivazione ai datori di lavoro, nel senso della decontribuzione, ha fatto nuovamente diminuire l’occupazione, tanto che il mercato del lavoro sembra nuovamente precipitare nella crisi». Una crisi di cui l’Istat, con la drammatica veridicità di numeri, proiezioni percentuali e confronti periodici, è tornata a paventare il ritorno, una volta di più…