
La doppia morale di Grillo: sospende Pizzarotti ma salva l’amico Nogarin
Home livello 2 - di Redazione - 13 Maggio 2016 - AGGIORNATO 14 Maggio 2016 alle 10:31
Tanto tuonò che piovve. Il sindaco grillino di Parma Federico Pizzarotti, alla fine, è stato messo alla porta dal partito con una sospensione lampo. Così ha deciso Beppe Grillo, all’indomani della notizia dell’avviso di garanzia che ha raggiunto il primo cittadino per abuso d’ufficio in merito alle nomine dei vertici del Teatro Regio di Parma. «Federico Pizzarotti sospeso dal MoVimento 5 Stelle. La trasparenza è il primo dovere degli amministratori e dei portavoce del MoVimento 5 Stelle», si legge sul blog di Grillo.
Grillo sospende il sindaco Pizzarotti
«Nell’impossibilità di una valutazione approfondita ed oggettiva dei documenti e per tutelare il nome e l’onorabilità del Movimento 5 Stelle si è proceduto alla sospensione. Non si attendono le sentenze per dare un giudizio politico». In questo caso la dirigenza pentastellata ha deciso di procedere come un rullo compressore contro il sindaco-prodigio nella città laboratorio dei Cinquestelle. Sospensione sia. E non solo per fermare il fuoco amico del Pd e allontanare l’ombra dell’illegalità che da qualche mese si è allungata sul partito. La bufera su Pizzarotti arriva a pochi giorni dalle indagini sul collega di Livorno, Filippo Nogarin, indagato per bancarotta fraudolenta nella gestione dei rifiuti, ma al sindaco livornese Grillo non ha chiesto lo stesso sacrificio.
Due pesi e due misure
Non è un mistero che il giovane Pizzarotti non sia nel cuore dell’ex comico e del direttorio,che infatti non si è distinto per solidarietà al primo cittadino indagato. Nessuna telefonata di Grillo per ribadire la vicinanza del movimento, nessun confronto con Davide Casaleggio per mettere a punto una strategia comunicativa. Nessun post su Facebook di Luigi Di Maio per chiedere che si aspetti di capire come è accaduto per Nogarin. L’unico a non scaricare Pizzarotti è stato Roberto Fico che ha invitato alla cautela: «Il sindaco di è indagato per aver nominato il direttore del teatro Regio, cosa che è nelle sue prerogative».
Il movimento si divide: ora tocca a Nogarin
La notizia della sospensione di Pizzarotti divide il movimento e provoca scompiglio tra i militanti che accusano i capi di doppiopesismo. Sui commenti che piovono a tempo di record sul blog in molti si complimentano per la “scelta di trasparenza” ma altrettanti difendolo il sindaco di Parma: «Ora tocca al sindaco di Livorno essere sospeso e all’ assessore. Prima di tutto la coerenza». Al vetriolo il tweet del senatore dem Andrea Marcucci: “Pizzarotti non è tanto amico del direttorio e quindi M5S lo sospende. Nogarin è un fedele e quindi resta. #doppiamoralea5stelle”.
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