Al G7 c’hanno dato una sòla, ma Renzi ce la venderà come grande vittoria
Una sòla. Il G7 andato in scena in Giappone è stata l’ennesima sòla. Tutto come previsto. E tutto scontato. Perchè i sette leader dopo essersi rilassati nei pressi del tempio dello Shintoismo, circondati da una natura lussugreggiante e dagli immancabili fiori di loto, hanno poggiato le loro terga su comode poltrone nipponiche e posto la loro firma su un documento finale che era già stato vagliato sin nelle virgole dai rispettivi sherpa nelle settimane precedenti il summit. Summit del G7 che si è rivelato per quel che è: una vacanza per i leader pagata dal contribuente. Perchè, se ci pensate, nulla di nuovo e perciò di buono questi vertici hanno mai prodotto. Ma siccome una qualche giustificazione al popolo bisognerà pur darla, ecco che l’ennesimo G7 dell’aria fritta ha messo nero su bianco che “la crescita globale è la nostra urgente priorità”. Che scoperta sconvolgente! Con un’economia che arranca ovunque e che produce disoccupazione, drammi e tormenti generazionali, il G7 di Ise-Shima altro non trova da dire che è necessario usare ogni strumento “fiscale, monetario e strutturale” per “sostenere la domanda globale” continuando gli sforzi per “mettere il debito su livelli sostenibili”. Una sòla, appunto. Con milioni di dollari, per la sicurezza e per le attrezzature necessarie all’incontro, che più sprecati non possono sembrare. Il tutto per una dichiarazione che non produrrà alcunchè. Un nonsense che addirittura s’accresce nel leggere che i Magnifici 7 intendono pure “assicurare un livello appropriato di investimenti pubblici”. Eccola così emergere la sòla. Renzi, Hollande e la Merkel si sono impegnati in Giappone ad attuare una politica di spesa pubblica che la Cancelliera tedesca invece impedisce e nega a tutti i partner europei che hanno un debito elevato. Cioè, in primis, a noi. A Roma si chiama sòla, ma siamo certi che Renzi ce la venderà come grande vittoria.