Gasparri: “Il governo Renzi fa danni da Firenze a Gioia Tauro”
Dalle emergenze alle riforme, l’opposizione non fa sconti al governo. Duri attacchi all‘esecutivo Renzi arrivano oggi da Maurizio Gasparri e Renato Brunetta. “Aveva detto che avrebbe messo in sicurezza tutte le scuole, dice Gasparri, che aggiunge: “È un’altra delle clamorose bugie di Renzi. In Calabria è crollato un altro soffitto in un istituto con gravi conseguenze per gli studenti. Ha fatto mille promesse tra cui questa delle scuole sicure, che ha tradito puntualmente, così come la messa in sicurezza del territorio a rischio dissesto idrogeologico”. “Abbiamo invece visto – incalza sempre Gasparri – come ha provveduto a non fare nulla, causando danni perfino alla sua città, Firenze, che ha malamente gestito anni fa. Il crollo degli argini è colpa sua e di chi ha piazzato, come ha fatto con la Boschi, a Publiacqua. Se a Firenze il sindaco fosse stato di centrodestra sarebbe già in carcere. Invece la sinistra distrugge le città e resta impunita. La vicenda della scuola di Gioia Tauro è un ulteriore marchio di infamia sull’esperienza fallimentare di Renzi”.
Se Gasparri attacca la gestione governativa del patrimonio pubblico, Brunetta insiste sui pericoli contenuti nella rifroma costituzionale. “Altro che semplificare il Paese, qui si rischia una deriva autoritaria che non ha eguali nelle democrazie occidentali. La schiforma Renzi-Boschi, in combinato disposto con l’Italicum ci consegnerebbe un sistema assurdo. Chi vince, anche con il 25%, prende tutto, un uomo solo al comando che decide senza alcun filtro e occupa tutti gli spazi di potere, senza i pesi e i contrappesi che dovrebbero garantire le prerogative delle opposizioni e la libertà dei cittadini e delle nostre istituzioni repubblicane. Per di più – prosegue – con questa sciagurata riforma non si risparmia nulla. Il Senato resta al suo posto, si trasformerà in un dopolavoro per consiglieri regionali e sindaci che vedranno aumentare spropositatamente il loro peso politico e che non disdegneranno affatto contenziosi con la Camera dei deputati”.