Giorgia Meloni: «La squadra la farò io, nessuno ci metterà becco»
Pronta al confronto tv, determinata nel ribadire i punti cardine del suo manifesto programmatico, Giorgia Meloni avanza decisa verso il ballottaggio abile nello spiegare le coordinate di riferimento politico-amministrativo del suo eventuale mandato senza mai cadere cadere nella facile trappola dello slogan ammiccante o della proposta a effetto. Ottimista almeno quanto sicura, l’ex ministro della Gioventù ospite del talk show de La 7 condotto da Andrea Pancani, Coffe Break, ribadisce a chiare lettere il comune denominatore del suo programma: l’indipendenza nelle scelte da fare in Campidoglio. «Non credo che Roma avrebbe di più dal Governo se il sindaco fosse Giachetti, perché più il primo cittadino “risponde” al Capo del Governo più dovrà fare buon viso a cattivo gioco quando il Governo sceglierà misure che mortificano la Capitale», ha spiegato allora la Meloni aggiungendo peraltro di essersi «candidata anche perché posso utilizzare la mia autorevolezza di leader nazionale per aiutare la Capitale, aprendo dei contenziosi o alzando la voce». Vediamo allora, riassunti in un rapido schema, i punti salienti del suo intervento televisivo che, tra prospettive e problemi, non ha evitato di assestare stoccate ai suoi avversari, cominciando proprio dai Cinque Stelle.
Giorgia Meloni ospite a “Coffe Break”: ecco i punti salienti del suo intervento
1) La squadra deve presentarla il candidato sindaco: «Io non consentirei a nessun altro di presentare la squadra che io devo fare; se uno si candida a sindaco deve assumersene le responsabilità», ha sostenuto senza perifrasi o diplomatici giri di parole il candidato sindaco di Roma Giorgia Meloni alludendo chiaramente al fatto che la squadra dei pentastellati l’abbia anticipata Luigi Di Maio. «Non credo sia un elemento che garantisce i cittadini quanto accade nel M5s, dove si candida sindaco una persona carina, preparata e spendibile, e poi governa qualcun altro».
2) In merito al surreale commissariamento che il M5s sta facendo alla Raggi, poi, la candidata sindaco Meloni torna a ribadire sgomento e indignazione. «Trovo surreale il commissariamento continuo che il M5s sta facendo sulla candidata a Roma», ha ribadito la leader di FdI aggiungendo, «cosi come surreale e fuori dalla democrazia è firmare un documento in forza del quale lei si impegna a far vistare i provvedimenti significativi che firmerà come sindaco a un non meglio precisato comitato di garanzia: e cioè Casaleggio junior. Ciò vuol dire – ha poi concluso la Meloni – che i romani rischiano di eleggere un sindaco che non ha mai visto Roma, e che non hanno mai votato. Se fossi Virginia Raggi andrei su tutte le furie, ma forse lei non ha la mia stessa autonomia. E poi, segnalo che tutti gli assessori sono a tempo perché il sindaco può rimuoverli».
3) «Io responsabile della disoccupazione? Da scemi pensarlo». Sempre in riferimento alla candidata pentastellata Virginia Raggi, una Giorgia Meloni a tutto campo, ospite de La 7, torna sull’accusa mossa dalla sfidante sul tema dell’occupazione. «Dire che io, da ministro senza portafoglio alle Politiche Giovanili, ho provocato un tasso di disoccupazione giovanile di 10 punti percentuali è come dire che il buco nell’ozono sia colpa di Galletti… Bisogna essere proprio scemi, terra terra, per dire una cosa del genere, perché forse alla Raggi, che studia poco, sfugge che in quel periodo ci sia stata una crisi mondiale, che ha travolto anche l’Italia, che solo negli Usa ha mandato a casa 6 milioni di persone»…
4) «Bertolaso in squadra? A questo punto proprio non lo vorrei» ha dichiarato apertamente la numero uno di Fratelli d’Italia riguardo l’ex capo della Protezione Civile, ribadendo che «presentarsi al voto con una squadra pronta sia una mancanza di rispetto verso i romani. Credo si debba prima ascoltare cosa dicono le urne. La costituirò dopo il voto, perche bisogna avere l’umiltà di ascoltare ciò che dice la gente».
5) Marò e parata del 2 giugno. L’occasione per cogliere nuovamente in fallo il governo Renzi arriva dall’affaire Marò, riguardo il quale Giorgia Meloni, partendo dal presupposto dell’errore commesso dal premier dicendo no alla presenza di Girone alle celebrazioni di giovedì, ha sostenuto come «far partecipare i Marò alla parata delle Forze Armate sarebbe stato giusto. Non credo Renzi abbia fatto bene; sarebbe stato anche un modo per ripagarli dell’assoluta assenza di attributi che i governi hanno dimostrato nel difenderli in questi anni»…
6) «Il Cav dice che c’è accordo su ministeri? Non è vero». «Sono molto divertita dal fatto che Berlusconi dica in giro che ci siamo già messi d’accordo sui ministeri, perché non è vero», ha detto infine il candidato sindaco di Roma Giorgia Meloni a Coffee Break riferendosi ai progetti che il Cavaliere avrebbe su un futuro governo di centrodestra.