I clan truccavano le partite in serie B: 10 arresti, tre calciatori indagati
Nei guai il difensore del Genoa, Armando Izzo, il centrocampista dell’Acireale, Francesco Millesi, già in forza all’Avellino, e l’ex calciatore Luca Pini, indagati dalla Dda di Napoli nell’ambito dell’inchiesta su camorra e calcio. Nei riguardi dei tre si ipotizza il reato di partecipazione esterna ad associazione mafiosa. In particolare, gli inquirenti ipotizzano che i tre si siano messi a disposizione dell’organizzazione allo scopo di influire su alcune partite del campionato di calcio di serie B sulle quali i vertici del clan scommettevano denaro. I carabinieri di Napoli hanno infatti arrestato 10 persone (7 in carcere e 3 ai domiciliari) che fanno capo al gruppo di camorra “Vanella Grassi” di Secondigliano in un’ operazione scattata nel capoluogo campano. Nei riguardi dei dieci è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare al termine di un’inchiesta della Dda di Napoli sull’attività del clan su scommesse e partite di serie B. Durante le indagini è stata intercettata una telefonata nella quale si dice: “Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena”.
Calcio e camorra: ecco come corrompevano i giocatori
L’indagine dei carabinieri che ha svelato un giro di scommesse sulle partite di calcio, ha portato alla luce la capacità di influenzare alcune partite di B del 2013-2014, giocate in Campania nel 2014: attraverso un ‘contatto’ (un calciatore ora in A, indagato ma non raggiunto da misura cautelare) il capo clan e i sodali hanno attratto altre persone; per carabinieri hanno messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere giocatori di una squadra campana di B, influenzando due gare disputate a maggio 2014. I reati contestati sono tutti aggravati da finalità mafiosa. Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale antimafia di Napoli, i militari dell’Arma hanno identificato i componenti la rete di affiliati vicina al capo clan Umberto Accurso (arrestato dai carabinieri l’11 maggio 2016) e individuato gli specifichi incarichi di armiere, capo piazza, pusher e distributori di mesate agli affiliati e ai familiari dei detenuti. L’indagine dei carabinieri ha rivelato che gli arrestati avevano messo a disposizione ingenti somme di denaro per corrompere giocatori di una squadra campana di B, influenzando due partite disputate a maggio 2014. I