Lettieri: “Ho un piano segreto per ogni singolo problema di Napoli”
Gianni Lettieri: “Abbiamo il problema del lavoro. E io le dimostro che a Napoli è possibile attivare il reddito di sostegno. Abbiamo bisogno del credito alle imprese. E io le dimostro che a Napoli esistono le condizioni per realizzare una banca per il microcredito. Il problema dei bus. E io ho la soluzione. Conosco il modo per far venire in città seicento nuovi bus. Elodka. Non spiattello tutto ora, manderei a monte l’operazione”, spiega a “Il Fatto Quotidiano“.
I piani segreti di Lettieri per rilanciare Napoli
Gianni Lettieri è ricco ma ama i poveri, fa affari ma lavora per il bene comune, è capitalista ma pure amico di Che Guevara, ha votato Berlusconi ma gli piace Renzi, si candida a Napoli per il centrodestra ma starebbe ottimamente col centrosinistra. Va aggiunto che nel 2011 perse le elezioni e non chiese premi di consolazione. “Sono rimasto cinque anni in consiglio comunale. Potevo fare il senatore, l’europarlamentare, il coordinatore del partito. Ho detto: grazie ma ho un solo interesse, Napoli”. Lettieri, il problem solving. “Risolvo i problemi veramente! Ho girato il mondo, so cosa si può fare e cosa no. Le mie aziende sono sane e in attivo (tranne una che purtroppo ho venduto ai messicani che l’hanno fatta fallire). L’altra volta, quando de Magistris parlava senza sapere nulla di immondizia, io dissi che la crisi era superabile a due condizioni: mandare all’estero la nettezza urbana e nel tempo ricavato realizzare sistemi di compostaggio. Ricordo che tutti mi sbeffeggiarono, il suo direttore mi chiese: dia i nomi dei Paesi che prenderebbero la vostra munnezza. Io dissi: non posso, svelerei il piano”.
Lettieri: “Questa volta vinco, al ballottaggio”
Dopo le elezioni cosa ha fatto per la città?. “Ho chiamato il sindaco, sono andato in municipio e ho dato i nomi delle società che avrebbero volentieri preso la nostra monnezza”. E De Magistris ha seguito il consiglio?. “Certo che sì. Complimenti. Sono disponibile ad aiutare il prossimo in difficoltà. Quando giro in città, guardo lo sfacelo e mi dico: qui potremmo risolverla così, qui così”. Ha le soluzioni. “Da vent’anni ce le ho in tasca. Giravo il mondo continuamente e prendevo spunto dalle cose belle che vedevo a Los Angeles, San Francisco, la Cina, l’India. Un vero imprenditore. Nato per fare, non per guadagnare. Dei soldi mi frega poco. E i napoletani sanno che io non vorrò niente: dedicherò questo tratto della mia vita alla città”