Lungarno, hanno dimenticato persino che l’acqua corre ad alta pressione…
Per fortuna che è capitato a maggio e non a ottobre: in questo momento non c’è rischio di una piena dell’Arno, che anzi è piuttosto a secco, altrimenti il fiume si sarebbe portato via gli argini, le spallette e il resto. Ma fortunatamente questo rischio ora non c’è. Ci sono però ancora problemi di approvvigionamento idrico a Firenze dopo la voragine apertasi mercoledì mattina nel centralissimo lungarno Torrigiani, in particolare abbassamenti di pressione e mancanze d’acqua che si registrano in particolare nelle abitazioni ai piani alti. Lo rende noto Publiacqua, l’azienda che si occupa della gestione dell’acqua in quasi tutta la Toscana, precisando che i problemi che si stanno ancora verificando in alcune zone della città «sono causate da un generale disequilibrio del sistema di approvvigionamento cittadino». «La produzione dell’impianto di potabilizzazione dell’Anconella (dove ci sono le pompe che prendono l’acqua dall’Arno e la depurano) è nella norma fin dal pomeriggio di ieri. I nostri tecnici – spiega ancora Publiacqua – stanno verificando le misure necessarie per riequilibrare il sistema e normalizzare l’approvvigionamento anche nelle vie e zone dove si stanno registrando ancora problemi». Intanto si pensa a un crollo colposo: questo è il reato ipotizzato dalla procura di Firenze, che ha già aperto un fascicolo, in merito alla voragine sul lungarno Torrigiani. Per il momento non ci sono indagati. L’inchiesta è coordinata dal pm Gianni Tei.
Ci si è dimenticati che sul lungarno l’acqua corre ad alta pressione
Ma cosa è successo? Come è noto ci sono due condutture principali a Firenze, la destra e la sinistra, che costeggiano l’Arno. In queste condutture l’acqua, prima di essere deviata negli altri canali che vanno in tutta la città, corre ad altissima pressione, e di questo avrebbero dovuto tenere conto i tecnici accorsi quando si è verificata la perdita. A detta di tutti, anche di tecnici che sono voluti rimanere anonimi, c’è stata una certa superficialità di coloro che sono intervenuti a vedere la perdita, o comunque non hanno capito la gravità del problema, come poi si è dimostrato: anziché effettuare alcune semplici riparazioni delle condotte, avrebbero dovuto interrompere immediatamente il flusso dell’acqua in via precauzionale. Non l’hanno fatto, e la mattina dopo c’è stato il crollo. Anche perché, e i tecnici dovrebbero saperlo bene, la terra intorno alle condutture sugli argini è tutta terra di riporto, anche antica, però sempre di riporto. L’acqua, come è noto, soprattutto ad alta pressione, è terribile, trasforma tutto in fango e il peso ha fatto il resto. La spinta dell’acqua verso il fiume, poi, come si vede dalle immagini, ha piegato il parapetto. Per questo il sindaco Dario Nardella è comprensibilmente agitato: da una parte non si pronuncia sulle eventuali dimissioni dei vertici di Publitalia, ma si vede che è furioso, soprattutto per l’immagine catastrofica che la sua città sta dando al mondo intero. Il primo cittadino è ottimista anche sui costi e sui tempi: i cinque milioni che lui ipotizza in realtà, secondo molti potrebbero arrivare a otto. E il lavoro che servirà per ripristinare la condotta, l’argine e anche le spallette prenderà non meno di un anno di lavoro. Difficile che saranno terminati entro novembre, come vorrebbe il sindaco per celebrare il 50° anniversario dell’alluvione. E per questo molto decisamente Nardella assicura che sarà Publiacqua a pagare i costi, stimati in cinque milioni, per quanto accaduto in lungarno Torrigiani. Nardella ha aggiunto che di aver preso «l’impegno affinché neanche un euro di questi cinque milioni andrà sulla tariffa pagata dai cittadini». Ai cronisti che gli chiedevano se il governo avesse confermato un impegno per sostenere l’intervento, Nardella ha risposto dicendo che «intanto partiamo noi e i soldi ce li mette Publiacqua; poi vedremo cosa può fare il governo per aiutarci». A chi invece, ha sottolineato che oggi Publiacqua ha detto che pagherà se verranno accertate le sue responsabilità, Nardella ha ricordato che «i soci di maggioranza di Publiacqua sono soci pubblici, e il socio di maggioranza tra i soci pubblici è il Comune di Firenze, di cui io sono il rappresentante». La domanda dei fiorentini ora è: può capitare ancora? Molti sono convinti di sì.
Gasparri: inadeguato l’intervento sul lungarno
Sulla vicenda è intervenuto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Quanto accaduto a Firenze è la metafora del renzismo. Finti rottamatori e promotori di un nuovo corso a parole, nei fatti vogliono solo occupare posti di potere per sé e per gli amici. Abbiamo aspettato di capire come fossero esattamente andate le cose. Ma il giorno dopo possiamo dire che a lungarno si è consumata la tragedia dell’inefficienza renziana. Il sindaco di Firenze, preso alla sprovvista, ha anche detto che Publiacqua deve delle spiegazioni. Peccato che la società sia in realtà un manifesto del potere renziano e che abbia assicurato fino a ieri una poltrona a persone vicine a Renzi, predecessore di Nardella. Controlli erano stati fatti anche la sera prima, c’è stato un intervento inadeguato nella notte ma evidentemente il pericolo è stato sottovalutato. Ci sono precise responsabilità che vanno accertate fino in fondo. Il silenzio di Renzi è eloquente».