Marchini prepara la squadra e annuncia Michele Placido alla Cultura
Entra nel vivo la campagna elettorale per eleggere il sindaco di Roma e subito s’intravedono le prime scintille tra Alfio Marchini, candidato civico gradito al centrodestra, eccetto FdI-An e Noi con Salvini, e Roberto Giachetti, del Pd, ma voluto espressamente da Matteo Renzi. A dare fuoco alle polveri, la figura del night manager, praticamente un delegato alla movida delle ore piccole. Non un “giustiziere” alla Charles Bronson, per intenderci, quanto piuttosto un factotum che veglia sull’Urbe mentre gli altri (sindaco compreso) dormono. L’idea è di Marchini ma è talmente piaciuta a Giachetti che l’ha fatta sua senza però riconoscere il copyright al rivale. Che infatti non l’ha presa bene e dai microfoni di Omnibus su La7 ha ritentato di riprendersi il maltolto, accusando di plagio politico il candidato del Pd. «Marchini non sa più che dire – ha controreplicato Giachetti – , io non copio assolutamente nulla».
Polemica con Giachetti sulla paternità del night manager
Difesa deboluccia. Nel frattempo di ulteriori chiarimenti, la questione della paternità del night manager resta sospesa. Anche perché Marchini è passato ad altro lanciando il nome dell’attore Michele Placido cui pensa di affidare il settore cultura: «Ho già parlato con lui», ha assicurato non senza specificare che Placido non sarà chiamato a fare l’assessore in giunta ma a partecipare «al Senato civico romano per fare in modo che la società civile partecipi alla vita pubblica». I nomi degli assessori Marchini li renderà noti quando la squadra sarà completata, prima delle elezioni in ogni caso perché – ha spiega – «siamo gli unici a poterlo fare non avendo correnti».
Ma la Meloni bacchetta Marchini: «Il suo è un tentativo disperato»
Ma a far scintille contro Marchini è anche Giorgia Meloni in un derby tutto di centrodestra: «La sua – ha argomentato la leader di Fdi-An – è la tattica poco intelligente di raccogliere consensi a destra e a sinistra», anzi un «disperato tentativo di mettere insieme il diavolo con l’acqua santa, Storace e D’Alema, passando per Casini». Una stilettata la Meloni l’ha risecata anche ai grillini: «Nascono incendiari e diventano pompieri: usano due pesi e due misure in relazione se appartiene al loro partito».