Marò, l’India spiazzata dall’Aja attacca: la giurisdizione resta nostra
La decisione del tribunale dell’Aja sul rientro in Italia del marò Salvatore Girone ha creato non poca confusione in India, costringendo il governo di New Delhi a intervenire e a mettere i paletti. «La giurisdizione sulla vicenda dei marò è un nostro diritto», ha dichiarato alla Camera il ministro dell’Informazione indiano Arun Jaitley. Riferendo la posizione del governo sull’ordinanza del tribunale dell’Aja, Jaitley ha aggiunto che «quel tribunale ha ribadito che i due fucilieri di Marina implicati nella morte di due pescatori restano sotto la tutela della Corte Suprema indiana. Ci batteremo per difendere il nostro diritto e anche per tutelare le famiglie delle vittime».
Marò, la decisione dell’Aja spiazza il governo indiano
Il verdetto dell’Aja giunge in un momento delicato per il governo di Narendra Modi, impegnato in difficili elezioni in alcuni Stati indiani, tra cui in Kerala, dove i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono stati arrestati quattro anni fa con l’accusa di aver ucciso due pescatori. Coincide anche con una furiosa polemica con l’opposizione del partito del Congresso sullo scandalo delle presunte tangenti per la commessa degli elicotteri AgustaWestland, che ha coinvolto anche la leader italo-indiana Sonia Gandhi. Si può quindi pensare che il Bjp, al potere da due anni, non voglia dare l’impressione di aver “perso” una battaglia all’Aja e che per questo ha voluto sottolineare che sarà la Corte Suprema ad avere l’ultima parola.
Marò, la risposta italiana: l’arbitrato ci dà ragione
Ma per l’Italia dopo quattro anni di attese e rinvii è un punto a favore. «L’arbitrato ci darà ragione. Abbiamo lavorato con la piena intesa del Parlamento, per affidare la soluzione del caso al Tribunale internazionale e rispetteremo le sue decisioni», ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un’intervista a Repubblica. Per il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, «una sentenza simile è utile anche a riportare la vicenda in una dinamica più normale fra i due Stati». Intervistata dal Corriere della Sera ha aggiunto che però «il procedimento non è concluso», «del resto fino al 2018 non arriverà la decisione definitiva, sino a quel momento molto può ancora succedere». Sulla vicenda è intervenuta anche l’ex ministro degli Esteri, Emma Bonino che al Messaggero ha detto: «Il rientro in Italia dei marò era uno dei risultati che ci auguravamo di ottenere con l’arbitrato internazionale».