La polizia francese: basta con “l’odio anti-sbirri”, il governo ci tuteli
Per il socialista Hollande i guai non finiscono mai. Dopo i ripetuti, violenti scontri a margine delle manifestazioni contro la legge sul lavoro, e le numerose polemiche sulle reazioni giudicate troppo aggressive delle forze dell’ordine, sono i sindacati di polizia a scendere in piazza in Francia mercoledì, per protestare contro “l’odio anti-sbirri”. A Parigi, secondo quanto riferito dalla prefettura, la manifestazione si terrà in place de la République, la stessa in cui si è radunato per settimane il movimento della Nuit debout, evacuato a più riprese tra fine aprile e inizio maggio, spesso con violenti tafferugli. Altri cortei o ritrovi degli agenti in protesta sono previsti in una cinquantina di città francesi, mentre un collettivo di denuncia delle violenze delle forze dell’ordine ha già annunciato una contro-manifestazione nella capitale.
La polizia scenderà in piazza dopo gli scontri dei giorni scorsi
Ma il governo continua a difendere la legge: «Governare significa anche saper chiudere il dibattito quando è il momento». Il premier Manuel Valls nei giorni scorsi ha difeso strenuamente il suo governo in Assemblea nazionale mentre fuori piovevano i “pavé” lanciati dai manifestanti e i lacrimogeni della polizia. Vittoria scontata comunque – respinta la sfiducia delle opposizioni, approvato il Jobs act in salsa francese – ma con un Paese e una sinistra lacerati. In uno dei momenti più difficili della Quinta repubblica, con una nazione ormai in perenne stato d’emergenza antiterrorismo, un presidente e un premier ai minimi storici di popolarità, è comunque passata una legge – firmata dalla ministra del Lavoro Myriam el Khomri – che per la Francia delle garanzie immutabili per alcune categorie di lavoratori, della settimana di 35 ore, della rigida chiusura domenicale dei negozi, rappresenta una piccola rivoluzione. Anche se il Medef, la Confindustria, continua a minimizzarne gli effetti, la riforma del codice del lavoro rappresenta il momento più difficile del mandato di François Hollande, un quinquennio tutto in salita. La decisione di tagliare corto con gli oltre 5.000 emendamenti e con i due mesi di scontri di piazza e di notti in piedi alla Republique alla fine è arrivata. L’ha presa Valls dopo aver toccato con mano il muro di “no” eretto da sindacati, sinistra del partito e opposizione di destra in Parlamento, che chiede ancora più flessibilità nella legge.