«La Russia provoca, siamo a un passo dalla guerra»: le basi Nato in allarme
L’ombra della Russia inizia a far paura, le truppe americane sono in allarme. Dopo che il presidente polacco Andrzej Duda ha inaugurato l’inizio dei lavori della base antimissilistica Usa a Redzikowo, tra i soldati Nato si aspetta la reazione dell’Orso, come si legge su InfoDifesa.it e sulla Stampa. «Stiamo combattendo una guerra, una guerra ibrida che è l’ultimo passo prima di iniziare a sparare», ha detto un alto ufficiale del quartier generale del Corpo Multinazionale Nordest, Mnc, a Szczecin. «Noi siamo pronti». Già dal summit Nato 2014 nel Galles l’Alleanza Atlantica ha iniziato a colmare l’enorme divario che la separava dalla Russia in termini di tempi di reazione in caso di attacco. Ancora a febbraio scorso un rapporto Rand diceva che «se la Russia decidesse di prendersi una delle tre Repubbliche Baltiche – Estonia, Lettonia e Lituania – che sono membri Nato, potrebbe invadere Tallin o Riga in 60 ore». Alla Nato servivano almeno 30 giorni per reagire e trasportare le truppe sul teatro di guerra.
La Russia, gli Stati Uniti e l’asse della difesa atlantica
Il ministro della Difesa polacco, Antoni Macierewicz, sente che il tempo stringe e, a poco meno di due mesi dal summit Nato di Varsavia, fa il possibile per spostare l’asse della difesa atlantica ai confini della Russia. Per i Paesi baltici e la Polonia la presenza di missili balistici Iskander nell’enclave di Kalinigrad non è un sospetto, ma una certezza: «Mosca potrebbe distruggere la Lituania in un secondo, ma potrebbe colpire anche Berlino». La stessa preoccupazione della Difesa Scandinava. E il ministro degli Esteri polacco Waszczykowski rincara: «Abbiamo avuto la Cecenia, la Georgia e l’Ucraina: cosa aspettiamo ancora?». Il «problema dei missili Iskander per l’Occidente è duplice – spiega un analista del centro di addestramento di Tomaszow -: sono a corta gittata, e quindi molto difficili da intercettare, ma non abbastanza corta – 500 chilometri – per non riuscire a raggiungere mezza Europa». La richiesta portata avanti dall’Est di avere truppe ai confini in forma permanente alza di molto il livello dello scontro («e dovrebbe funzionare da deterrente», dice Macierewicz). Se la Russia osasse attaccare un Paese Baltico, non sarebbe più Mosca che invade la piccola Estonia, ma Mosca che dichiara guerra agli Stati Uniti.