Sta fallendo la missione anti-scafisti della Ue. Ma la Mogherini insiste
La missione anti-scafisti dell’Ue creata per contrastare il traffico di essere umani dalla Libia e dal Mediterraneo sta fallendo. Lo afferma un rapporto della commissione Ue della Camera dei Lord secondo cui l’Operazione Sophia non ha effetti significativi e, anzi, la distruzione delle imbarcazioni di legno spinge i trafficanti a utilizzare gommoni, mettendo ancora più a rischio le vite dei migranti. Dal rapporto emerge anche che la missione, iniziata nel 2015, ha permesso il salvataggio di 9mila persone. Secondo l’ultimo bilancio fornito dal comandante della missione, ammiraglio Enrico Credendino, l’operazione ha consentito il salvataggio di 14 mila persone, la distruzione di 115 imbarcazioni e l’arresto di 70 scafisti. Ma le migliaia di persone salvate ce le portiamo in Italia. Ma malgrado il fallimento, la Ue insiste, anzi, rilancia: le unità navali dell’Ue che partecipano all’operazione Eunavfor Med si preparano ad entrare nelle acque libiche, su richiesta delle autorità locali, per condurre attività di addestramento della Guardia costiera. L’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha annunciato il prolungamento di un anno della missione Sophia e l’estensione del suo mandato ad attività di formazione e addestramento della Guardia costiera e la marina, nonché al rispetto dell’embargo Onu sulle armi alla Libia.
La Mogherini incontrerà il premier libico a Vienna
Queste due nuove attività affidate a Eunavfor Med, rende noto Mogherini, dopo la decisione presa dal comitato dei rappresentanti permanenti che si occupano di sicurezza, dovranno ora ricevere il via libera politico da parte dei ministri. Intanto, al comando di Eunavfor Med è stato chiesto di avviare “urgentemente” la pianificazione delle operazioni necessarie per adempiere ai due nuovi compiti assegnati alla missione Ue in seguito alle indicazioni giunte dal Consiglio Esteri del 18 aprile scorso. Per l’Alto rappresentante si tratta di uno sviluppo molto positivo alla luce delle necessità evidenziate dalla situazione in Libia. «Avrò l’opportunità di discuterne ulteriormente – rileva Mogherini – lunedì a Vienna con il primo ministro libico nel corso della conferenza organizzata dagli Stati Uniti e dall’Italia». Gli addetti ai lavori precisano che l’ingresso in acque libiche secondo le modalità previste per le funzioni di addestramento non costituisce l’avvio della cosiddetta fase 2 B, quella che prevede operazioni in acque territoriali per la caccia e la lotta contro i trafficanti di essere umani, quanto piuttosto un primo, ulteriore passo in questa direzione. I nuovi compiti affidati a Eunavfor Med potrebbero ricevere la luce verde definitiva del Consiglio Esteri Ue in occasione della riunione fissata per il 23 maggio prossimo a Bruxelles. E intanto i clandestini continuano ad arrivare a migliaia. Poi né la Mogherini né il premier Renzi sanno bene cosa sta succedendo in Libia, Paese ben lontano dall’avere un governo stabile e affidabile: poche ore fa si sono avuti quattro miliziani di Misurata uccisi negli scontri in corso da ieri con jihadisti dell’Isis nell’ovest della Libia. Lo ha riferito il portavoce della città libica precisando che ci sono anche quasi 40 feriti, di cui uno in condizioni critiche. «Il numero di martiri degli scontri è quattro», ha dichiarato l’ufficio della Municipalità di Misurata, aggiungendo che «il Pronto soccorso dell’ospedale centrale di Misurata ha ricevuto, dall’inizio degli scontri ieri, fino ad ora, 39 feriti». Sadada, dove si sono svolti gli scontri, è circa 55 km a est di Abu Grein, l’avamposto conquistato dall’Isis una settimana fa, e circa 110 km a sud di Misurata, la terza maggiore città della Libia e pilastro militare dapprima della rivoluzione libica e ora del malfermo governo di unità nazionale.