Unioni civili, sì alla legge a colpi di fiducia: critiche da destra e sinistra
La Camera conferma la fiducia al governo sul ddl sulle unioni civili con 369 voti a favore, 193 contrari e 2 astenuti. Il voto contrario è arrivato dalle opposizioni mentre ad astenersi sono stati due deputati del gruppo Misto: si tratta di Vincenza Labriola e Rudi Franco Marguerettaz. Come avevano annunciato, hanno votato contro la fiducia due deputati di maggioranza: Alessandro Pagano di Ap e Mario Sberna di Ds-Cd. In serata è arrivato anche il via libera definitivo alle legge con 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti. La proclamazione del risultato della votazione è stata salutata da un forte applauso dai banchi del Pd. Applausi anche fuori della Camera dove un gruppo di attivisti ha salutato il voto con un boato. La scelta della fiducia era stata contestata da più parti: «Sulle unioni civili è stata fatta una legge pasticcio viziata dall’ideologia. La fiducia su un tema come questo è una pessima decisione». Così il presidente della Regione Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi, Giovanni Toti, sulla sua pagina facebook, critica la decisione del Governo Renzi di porre la fiducia alla Camera per varare la nuova legge sulle unioni civili. Ma la fiducia è stata criticata anche a sinistra: «Una legge sulle unioni civili era ed è necessaria. Il suo testo è il prodotto di una mediazione tra sensibilità e culture diverse, come è naturale in una società democratica e pluralista – ha detto Franco Monaco del Pd -. È inspiegabile tuttavia la forzatura del ricorso al voto di fiducia al governo su materia genuinamente parlamentare, tanto più non essendo in presenza di ostruzionismo o di una maggioranza risicata. È altresì significativo che a muovere un rilievo genuinamente laico sull’esigenza di rispettare la democrazia parlamentare, che propizia un confronto più ricco è aperto, sia stato il segretario della Cei. Su norme e prassi costituzionali e, segnatamente, sul rapporto tra parlamento e governo si avrà modo di discutere in occasione del prossimo referendum confermativo».
Unioni civili, dure critiche della Lega Nord
Durissima la Lega Nord, che ha votato “no” insieme alle altre opposizioni: «Da sindaco mi riserverò il diritto di obiettare e non celebrerò mai matrimoni fra persone dello stesso sesso. Ho il dovere di servire i cittadini e di promuovere la crescita della comunità padovana, ma non mi sento obbligato ad assecondare le scelte di Renzi che, differentemente da me, non è stato eletto». Così il sindaco di Padova, Massimo Bitonci della Lega, commenta il voto sulle unioni civili. «Credo che il matrimonio fra coppie eterosessuali, come sacramento per i cristiani e come contratto per chi cristiano non è – aggiunge -, abbia una funzione sociale che va tutelata. E lo Stato ha il dovere di sostenere e promuovere la cultura della famiglia e l’esclusività del matrimonio fra coppie eterosessuali. Senza questa cultura e senza il matrimonio, esso stesso non avrebbe alcun futuro, anche dal punto di vista demografico. Eventuali relazioni fra coppie omosessuali – prosegue il sindaco leghista – possono essere regolarizzate con contratti di natura privatistica. Quella sulle unioni civili è una battaglia ideologica, che, nei fatti, riguarda una porzione minima della popolazione: sul registro anagrafico delle coppie di fatto, inaugurato a Padova dalle precedenti giunte di sinistra, dal 2007 si sono iscritte solo 9 coppie di persone dello stesso sesso».