Verdini a Napoli per la candidata del Pd. Ma è polemica sulla lista di Ala
Denis Verdini arriva a Napoli accolto da un titolo dell’edizione partenopea di Repubblica che non lascia troppo spazio all’interpretazione: «Lista Verdini, ombre di clan». Un vero saluto di benvenuto per il controverso inventore di Ala, il gruppo parlamentare nato da transfughi di Forza Italia con il dichiarato e finora riuscito obiettivo di aiutare Matteo Renzi a dotarsi di una maggioranza anche al Senato.
Verdini: «L’alleanza con il Pd c’è da inizio legislatura»
Un’alleanza che l’ex-factotum di Berlusconi non solo non ha nascosto («è dall’inizio della legislatura che va così, che ci vuole un’alleanza visti i risultati delle elezioni. Chi non vuole vedere non vede, chi vuole vedere vede») ma che ha coerentemente replicato in tutta Italia, Napoli compresa dove i candidati di Ala sostengono la candidata del Pd, Valeria Valente. Una presenza, quella di Verdini, che non solo la base del partito ma anche la sinistra interna fatica ad accettare. Troppo berlusconiano e, soprattutto, troppo identificato con gli “impresentabili” per poter essere digerito da un partito che fino a ieri aveva propagandisticamente puntato molto sulla sua molto presunta diversità. Lo ha ben capito Pier Luigi Bersani, che sul passaggio in maggioranza delle truppe verdiniane si diverte a punzecchiare il premier. «Queste transumanze trasformistiche – ha dichiarato in un’intervista alla Stampa – lanciano un messaggio devastante, che la politica è “Francia o Spagna purché se magna”». Ma il diretto interessato fa spallucce e prosegue nella sua attività di sostegno a Renzi.
In Ala è candidato il figlio del boss Calone
Neppure il titolone di Repubblica lo smuove più di tanto: «Le persone rispondono per quello che hanno fatto loro, non per quello che hanno fatto gli altri», è stata infatti la risposta di Verdini ai cronisti che gli chiedono di Vitale Calone, candidato di Ala al Comune di Napoli e che, secondo Repubblica, sarebbe figlio di un pluripregiudicato vicino alla camorra, Vincenzo, 60 anni, un passato di denunce e arresti per camorra, omicidio e droga, condannato con sentenza definitiva per traffico di droga. «La lista è pulita – ha aggiunto -, non cambio idea». È però difficile sostenerlo in queste condizioni. Lo capisce anche il candidato Calone, che infatti interviene con una dichiarazione: «Io mi dissocio dal passato della mia famiglia ma non solo, parlo di rivoluzione culturale». Parole chiare e, speriamo, sincere. Ma che forse non basteranno ad evitare alla Valente di finire stritolata nel tritacarne delle polemiche.