Berlusconi al San Raffaele, il chirurgo: «L’intervento è andato molto bene»

14 Giu 2016 18:14 - di Redazione

«L’intervento è andato come previsto, è andato molto bene, senza complicazioni ed è finito nei tempi previsti». Lo ha affermato Ottavio Alfieri, il primario di cardiochirurgia del San Raffaele, che questa mattina, con la sua equipe ha operato al cuore Silvio Berlusconi. Il primario davanti a telecamere e taccuini a chi gli ha chiesto se avesse sentito la pressione mediatica per questo intervento, ha risposto: «Eh, un po’ sì».

Berlusconi è ora ricoverato nel reparto  terapia intensiva cardiochirurgica. «È sotto monitoraggio come tutti i pazienti. Quindi ci vuole cautela, ci vuole attesa, ci vuole pazienza ma siamo fiduciosi». Lo ha spiegato il primario del reeparto Alberto Zangrillo. Zangrillo ha inoltre scherzato dicendo: «Mario Rossi, perché abbiamo operato Mario Rossi, è in terapia intensiva». Questo per dire che l’ex premier è seguito come tutti gli altri malati. Il fratello di Berlusconi, Paolo, ha da parte sua dichiarato: «L’operazione è andata bene come sapete. L’ho potuto vedere, respirava regolarmente, eravamo sereni prima, e siamo ancora più sereni adesso. I chirurghi hanno fatto il loro dovere nel modo più professionale possibile, adesso sta a mio fratello completare l’opera».

Saranno necessari un paio di mesi, se non vi sarà alcuna successiva complicazione, per una «piena ripresa e riabilitazione» di Berlusconi, Ad indicare i probabili tempi della tabella di marcia che l’ex premier dovrà seguire nella fase post-operatoria, è il cardiochirurgo Massimo Massetti, direttore dell’Unità operativa complessa di cardiochirurgia del Policlinico Gemelli di Roma, sottolienando come sia ‘«il primo mese dopo l’intervento il periodo più delicato». ‘«Per recuperare una normale e piena attività – spiega Massetti – a Silvio Berlusconi saranno necessari un paio di mesi. Quanto ai rischi attuali, tenendo conto che l’intervento oggi è andato bene e non ci sono state complicazioni, è chiaro che più ci si allontana dal momento dell’operazione più il rischio di complicanze diminuisce».

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