Boris Johnson è in pole position per la successione a Cameron. Londra in tilt
L’incertezza regna sovrana all’indomani del voto con cui la Gran Bretagna ha annunciato la separazione dall’Unione europea. Via il primo ministro David Cameron, con l’ex sindaco di Londra Boris Johnson pronto a subentrargli, il leader dell’opposizione sotto tiro. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e la cancelliera Angela Merkel, però, dicono di non credere a un effetto domino mentre Nigel Farage esalta «la vittoria della gente comune contro grandi banche e grande business».
A ottobre l’addio di Cameron
Travolto dall’ondata Leave che ha sancito il distacco dall’Unione europea con il 52% dei voti a favore e il 48%, il premier britannico nel giro di poche ore ha dato l’addio a Downing street. Un gesto di grande dignità ma anche dalle conseguenze internazionali imprevedibili.
Il nemico Johnson è il favorito alla successione
Cameron lascerà entro ottobre e già impazza il toto-successori fra i conservatori. La volontà scozzese di riproporre un referendum di indipendenza (immaginata dalla leader nazionalista Nicola Sturgeon) significherebbe aprire di nuovo la partita della secessione con l’obbiettivo esplicito di mantenere Edimburgo in Europa. Gli stessi sommovimenti scuotono l’Irlanda del Nord. Ai vertici del Partito conservatore si contendono la leadership l’ex sindaco di Londra che ha sfidato Cameron, Boris Johnson, e Michael Gove. Secondo i bookmakers britannici Johnson è in queste ore il favorito alla guida del governo inglese.