Brogli a Roma, sparite 35mila schede dei municipi. Interviene la magistratura
Sparite a Roma 35mila schede elettorali (quasi il 3 per cento del totale): lo tsunami, dopo due giorni di spoglio lentissimo all’Ufficio centrale del Campidoglio, è scoppiato al momento della verifica delle schede municipali quando si sono scoperti verbali non compilati ( in bianco o incompleti), irregolarità di tutti i tipi e persino sezioni commissariate per “abbandono” sul campo di qualche presidente di seggio, stremato dalla maratona notturna. Diverse sezioni risultano “bianche” tanto da costringere i magistrati a effettuare scrutini ex novo.
Caos totale, sparite 35mila schede
Al momento – secondo la denuncia di Assotutela – sarebbero almeno trenta le sezioni «anomale», (riscontrate nei Municipi II, XIII e VIII) ma potrebbero essere molte di più. Una differenza di conteggio dei voti che significa per i singoli candidati essere dentro o fuori il Consiglio comunale o municipale. In diversi casi bastano infatti 30, 50 voti in più per far scattare un seggio, o fare eleggere un consigliere piuttosto di un altro. Di fronte al rischio concreto di far saltare il ballottaggio di domenica 19 dalla task force del Tribunale è partito l’ordine di dare priorità al controllo dei candidati a Presidente di Municipio, per il resto toccherà aspettare e probabilmente l’ultima parola la diranno i magistrati della Procura.
Saltamartini: elezioni irregolari
«Non capiamo come il Comune possa aver inviato un personale così incompetente e del tutto ignorante delle corrette procedure. Una situazione paradossale che peggiora di ora in ora – denuncia Barbara Saltamartini, coordinatrice della Lista Noi con Salvini a sostegno di Giorgia Meloni – risultano verbali scritti a matita, non compilati o, peggio non timbrati». Non solo, ma visto che nei seggi centrali i magistrati, a causa del tempo ristretto, sono costretti ad andare avanti e a far decidere alla Procura in un secondo momento, si rischia di celebrare ballottaggi sbagliati, come nel caso del II Municipio dove per poche centinaia di voti il candidato presidente della coalizione Meloni non va al ballottaggio. «Queste non sono elezioni regolari», taglia corto la leghista.
Schede rosa a rischio
Il rischio vero, infatti, sta tutto nello spoglio delle schede rosa dei 14 Municipi chiamati al voto. Tutti sono andati al ballottaggio: in 13 gli sfidanti sono del Pd e del Movimento 5 Stelle, in uno solo, quello di Tor Bella Monaca nel VI municipio, lo scontro finale è invece tra il candidato di Fratelli d’Italia, Nicola Franco, e il candidato grillino. Un risultato che potrebbe tuttavia essere stravolto dal riconteggio dei voti espressi. Sarà comunque la procura a fare chiarezza. Il conteggio definitivo porterà via ancora qualche altro giorno tenendo in sospeso non solo i singoli candidati ma anche un risultato di ballottaggio che, nel caso delle presidenze dei Municipi, potrebbe rivelarsi determinante per la vittoria della Raggi o di Giachetti.
Gianmarco Centinaio, capogruppo della Lega In Senato e responsabile del Lazio e Roma per Noi con Salvini conferma che la Lega farà ricorso al Tar e spiega: «Nel caos di questi giorni emerge in particolare l’assurdo caso del II Municipio per il quale annunciamo già ricorso. I magistrati hanno deciso di non procedere al riconteggio delle schede. Eppure non mancano vizi gravi ed evidenti di forma e sostanza in molti verbali, alcuni dei quali consegnati in bianco, incompleti o contraddittori”. Gli avvocati Antonia Postorivo e Antonfrancesco Venturini, candidati al Consiglio di Roma Capitale nella lista di Forza Italia, puntano l’indice contro il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’Interno, “che hanno deciso di far votare solo la domenica e non anche il lunedì mattina, il che avrebbe evitato ai presidenti ed agli scrutatori il tour de force che è stato una delle principali cause del disastro”. Renzi e Alfano dovrebbero perciò “essere i primi ad ordinare il riconteggio delle schede per il Municipio e per il Comune”.