Marino: Giachetti non avrà il mio voto, voglio le scuse scritte del Pd
Non voterà turandosi il naso… A Ignazio Marino la “porcheria” del Pd ancora brucia e al ballottaggio è deciso a consumare la sua vendetta: Roberto Giachetti può scordarsi il voto dell’ex sindaco commissariato dal Nazareno e dei suoi elettori.
Marino: mi hanno fatto una porcheria
Dalle colonne de la Stampa l’ex sindaco marziano si toglie qualche sassolino: «Io al primo turno delle comunali presi 550mila voti, oggi tutta la coalizione ne prende 260mila. Al ballottaggio saranno ancora di più i miei elettori che voteranno per la Raggi. Perché a quelli del primo turno si aggiungeranno anche molti che non avevano votato». Giachetti incassa senza replicare, per ora. «Ieri ero ad Ostia – continua il velenoso Marino – miei antichi elettori mi hanno detto “votiamo la Raggi per dare uno choc al Pd”. Il segretario dei giovani democratici di Ostia mi ha invitato domenica a un dibattito. Io gli ho detto che vado – ha raccontato al quotidiano torinese – ma di chiederlo a Orfini, gli ho chiesto se sapeva che il Pd dalla defenestrazione mi ha bandito da qualsiasi discussione nei circoli. La verità è che dalle periferie (dove il risultato del Pd è stato fallimentare) ci ha allontanato il commissario Orfini».
«Voto la Raggi, devono chiedermi scusa»
Alla domanda se voterà il candidato renziano turandosi il naso, Marino replica: «Voterò sicuramente, ma non voterò turandomi il naso, non sono tipo. Voterò respirando a pieni polmoni». Il suo voto andrà a Virginia Raggi, che Marino giudica una donna intelligente e capace («determinata, non certo inconsapevole delle difficoltà»). Per cambiare idea pretende le scuse della dirigenza dem: «Se Giachetti si presenta con un foglio firmato da Renzi in cui dice che è stata un’azione gravissima deporre il sindaco con un atto notarile, lo voto. Altrimenti, mi dispiace, non posso votarlo». E dall’avvocatessa grillina vuole due impegni: «Uno, la promessa scritta che chi vince non farà più debito, quindi la continuità con la mia gestione. Due, l’impegno a non fare più porcherie politiche come quella imposta a me».