Mein Kampf, «va distribuito a scuola e allo stadio…». Parola di Montanelli
È la sua rivincita. Destinata probabilmente a suscitare un altro tsunami di polemiche nazionali. Massacrato a Otto e Mezzo dalla conduttrice Lilli Gruber in compagnia di Giuseppe Sala e del giornalista Marco Damilano (per aver allegato al Giornale una copia del Mein Kampf), Alessandro Sallusti va al contrattacco con due armi letali.
Mein Kampf, Sallusti rispolvera Montanelli
La prima bomba è la pubblicazione in prima pagina sul Giornale di un vecchio editoriale di Indro Montanelli, apparso sul Corriere del 27 novembre 1999, nel quale il grande giornalista invitava a distribuire la biografia di Hitler nelle scuole e negli stadi per educare i giovani a combattere il neonazismo. L’occasione, parole di Montanelli, «è un certo rigurgito di velleità neonaziste». Da qui il consiglio-choc: se in Germania la Amazon-com ha deciso di ritirare dal mercato online il Mein Kampf di Hitler (risultato il libro più richiesto sul web), sarebbe invece il caso di promuovere tra i giovani la lettura del libro che, «rivisto col senno del poi , è soltanto una collezione di scemenze, contraddetta dai fatti». E ancora: «Toccasse a me – scrive Montanelli – (ma forse debbo ringraziare Dio che a me non sia toccato nulla) il Mein Kampf, che oltretutto è scritto da cani, lo farei leggere nelle scuole. E distribuire davanti agli stadi ai tifosi che sventolano le bandiere con la svastica». Capito? L’operazione cultural-commerciale di Sallusti, decisamente di dubbio gusto, ha un precedente eccellente. Touché.
Una risata vi seppellirà
Accanto al nume ingombrante di Montanelli, Sallusti, nel suo piccolo, firma un editoriale dal titolo Gruber e Sala, una risata vi seppellirà (lascia fuori il collega de l’Espresso) per demolire il capo di accusa della pubblicazione del Mein Kampf in allegato al quotidiano della famiglia Berlusconi. «La tesi allucinante – scrive Sallusti – era che fosse stata un’operazione filo-nazista collegata alle elezioni comunali per favorire alle urne il centrodestra. Sala, in evidente stato confusionale da aria di sconfitta (scrive Sallusti commentando l’aggressione ricevuta da salotto de La7), è arrivato a sostenere che questo giornale è organo di propaganda di Forza Italia, Damilano che si è trattato di una squallida operazione commerciale, la Gruber non ha resistito a chiamare in causa Silvio Berlusconi». Allibito, prosegue il direttore, «ho obiettato che questo giornale conduce battaglie culturali in assoluta autonomia fin dai tempi del suo fondatore Indro Montanelli, che è da ubriachi legare il Mein Kampf alle elezioni comunali o a Forza Italia». Per ora nessuna replica.