Renzi nei guai, Italicum a rischio: a settembre torna alla Camera
Renzi è in un mare di guai. Per due motivi sostanziali: “Sta saltando la sua riforma costituzionale, con il “no” al referendum, e sta saltando, un po’ per via parlamentare e un po’ per via della Corte costituzionale, l’Italicum. Renzi resterà con un pugno di mosche in mano”, sintetizza lapidario Renato Brunetta, capogruppo di FI alla Camera, ai microfoni dei vari Tg. Che per il premier si tratti di uno dei momenti più critici dalla sua permanenza a Palazzo Chigi, non ci voleva un veggente per capirlo, dopo la batosta amministrativa e Brexit. Ma il fatto che l’Italicum sia tutt’altro che in una botte di ferro è un motivo di grande preoccupazione per Renzi. La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso infatti di calendarizzare per settembre una mozione presentata da Sinistra Italiana che – si legge nel testo – “impegna la Camera a deliberare in merito” all’Italicum “al fine di eliminare dalla nuova disciplina elettorale tutti gli evidenti profili di incostituzionalità che, con ogni probabilità, ad avviso dei firmatari” della mozione, “porteranno ad una nuova pronuncia di illegittimità costituzionale da parte della Consulta”.
Cattiva notizia per Renzi: l’Italicum “rimandato” alla Camera
Le contestazioni all’Italicum arrivano in maniera trasversale e toccano vari aspetti. Per il governatore pugliese del Pd Michele Emiliano, intervistato da Repubblica “con la nuova regola, se al primo turno non superi il 40% si va al ballottaggio e chi ha la meglio prende la maggioranza assoluta dei seggi. Ho paura che questo meccanismo sia incostituzionale”. Inoltre, “l’effetto sarà devastante. Come è successo alle amministrative, tutti gli oppositori si coalizzeranno contro di noi. La verità è che questa norma favorisce la destra e il M5S“. Per Emiliano “dovrebbe essere eliminato il ballottaggio e assegnato un piccolo premio di maggioranza alla coalizione, non alla lista, che vince le elezioni”. Ancora più duro Emiliano quando parla del referendum di ottobre, “la riforma del Senato è smontabile, punto per punto. Sarebbe necessario rinviarla. Perché comunque dovremmo riscriverla se dovessero prevalere i no, cosa ogni giorno più probabile”, è il ragionamento di Emiliano. A settembre dunque, il dibattito sull’Italicum tornerà in Parlamento e questo per Renzi è un cattiva notizia.
Italicum, una “controriforma elettorale”
Nella premessa della mozione si auspica dunque che il Parlamento, ben prima del pronunciamento della Corte Costituzionale, possa intervenire sulla riforma, eliminando quei palesi vizi di incostituzionalità che rendono la legge n.52 del 2015 una vera e propria “controriforma elettorale” si legge nella mozione che la conferenza dei Capigruppo della Camera ha deciso di calendarizzare a settembre. A quasi un anno e mezzo dalla sua approvazione definitiva e in un contesto nel quale cresce il ‘pressing’ contro questa legge voluta dal governo Renzi anche da parte del Pd. Ma a questo il premier dovrà abituarsi da qui a settembre.