Centrodestra in salute, ma brucia il caso Roma. E Toti critica i dirigenti
Il centrodestra nel giorno successivo i ballottaggi: è il momento della soddisfazione per i risultati ottenuti in numerosi capoluoghi di provincia e per la generalizzata sconfitta del Pd. La buona prova di Parisi a Milano (anche se lascia l’amaro in bocca la sconfitta di misura con Sala) è la dimostrazione che il centrodestra, quando vuole essere unito, ritrova la sua competitività. Ma la lingua, si sa, batte dove il dente duole e questo dente ha un nome: Roma. Di questo malessere si fa interprete Giovanni Toti, che critica senza tanti complimenti la dirigenza romana di FI. «Berlusconi ha fatto una buona scelta con Parisi a Milano. A Roma ha ascoltato i suoi dirigenti e ha dovuto guardare anche a logiche di bottega. Comunque ora tornerà a dire la sua. Si sta rimettendo. Non lo vedo in pantofole nel giardino di Arcore. Lo conosco molto bene». Toti lo dice a Tgcom24 commentando i risultati dei ballottaggi. Vale la pena ricordare che Toti era favorevole, insieme ad altri dirigenti di Forza Italia, a un accordo tra Berlusconi e Giorgia Meloni che lanciasse la presidente di Fratelli d’Italia come candidato unico del centrodestra nella Capitale. Ora Toti s’è tolto, a quanto pare, un sassolino nella scarpa.
Comunque il tono generale dei commenti in Forza Italia è volto a rimarcare la buona prova nei numerosi comuni strappati alla sinistra. «Nei 25 comuni capoluogo coinvolti in questa tornata elettorale – si legge in ina nota di Forza Italia – i moderati ne governavano 4, ora ne governano 10 ed hanno conquistato comuni importanti come Trieste, Savona, Grosseto e Olbia. A Milano, pur non avendo vinto, hanno ridotto da 10 a 3 punti il distacco dalla sinistra». «Il Pd e i suoi alleati – prosegue la nota– governavano 19 capoluoghi, ora ne governano solo 9. Il M5S ottiene buoni risultati, ma quasi esclusivamente dove non c’è un’offerta politica del centro-destra competitiva sul piano dei numeri».