Yara, il pm ci ripensa e si oppone alle riprese tv: «c’è un clima avvelenato»

17 Giu 2016 12:05 - di Redazione

Il pm ci ripensa. E si oppone alle riprese tv del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Il procuratore di Bergamo Letizia Ruggeri, a conclusione della sua replica, ha chiesto alla Corte di revocare l’ordinanza con la quale ammetteva le riprese televisive della lettura della sentenza del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Questo a causa «del clima avvelenato» che si è venuto a creare intorno al dibattimento.
«Credo, invece, che non vi siano problemi – ha aggiunto – per quanto riguarda le registrazioni audio».
Il pm non ha fatto riferimento a fatti specifici ma, nelle settimane scorse, due buste, contenti dei proiettili, erano state trovate in un centro di distribuzione postale indirizzate sia al magistrato sia alla Corte d’Assise di Bergamo. Tempo fa, invece, in conseguenza di minacce e ingiurie via web, alla stessa Letizia Ruggeri era stata data una speciale sorveglianza.
Nella sua replica la Ruggeri ha attaccato a testa bassa la difesa di Massimo Bossetti sostenendo che il Dna trovato sul corpo di Yara Gambirasio e attribuito a Massimo Bossetti non è, come sostenuto dalla stessa difesa, «metà e contaminato» ma è «intero, nucleare e perfetto».
E a proposito della mancata corrispondenza tra il Dna nucleare e mitocondriale la Ruggeri ha ribadito che si è arrivati a Bossetti «attraverso il Dna nucleare che è l’unico in grado di identificare un soggetto specifico».
Secondo l’accusa, inoltre, i difensori di Bossetti avrebbero dato «interpretazioni grottesche e assurde» in riferimento, in particolare, al campo di Chignolo d’Isola, in cui fu trovato il corpo della ragazza tre mesi dopo la scomparsa. Sempre per l’accusa, «non è affatto dimostrato processualmente» che Bossetti, la sera del 26 novembre del 2010, quando Yara scomparve, fosse a casa.
«Non lo dicono né il figlio né la moglie – ha detto il pm – né si può usare l’argomento che fosse un abitudinario e che avrebbe telefonato qualora avesse fatto tardi. Non si è mai visto – ha aggiunto – uno che sta uccidendo una ragazza e telefona a casa per dire che è in ritardo».

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