Dopo l’attentato di Rouen controlli rafforzati per tutti i luoghi di culto

27 Lug 2016 12:45 - di Laura Ferrari

Dopo l’attentato nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino Rouen, in Normandia, dove un prete è stato sgozzato, i rappresentanti religiosi, ricevuti questa mattina all’Eliseo, hanno chiesto una sicurezza rafforzata per i luoghi di culto. In particolare, nel corso dell’incontro con il presidente Francois Hollande, è stato chiesto che questi siano «oggetto di una più grande attenzione, un’attenzione sostenuta» sulla sicurezza. Dopo aver ricevuto i responsabili dei culti all’Eliseo, il presidente Hollande, ha presieduto un consiglio nazionale di sicurezza e difesa per fare il punto della situazione. Mentre la Francia piange padre Jacques Hamel, il sacerdote di 86 anni sgozzato davanti all’altare dai due assalitori jihadisti, il premier Manuel Valls ha detto ieri sera che «l’obiettivo» dei terroristi è dividere i francesi mettendoli «uno contro l’altro e colpire la religione per creare una guerra di religione». Misure eccezionali? Per ora sono escluse. L’ipotesi di una detenzione preventiva per gli individui schedati in Francia con la lettera ‘S’ – vale a dire quelli potenzialmente radicalizzati che rischiano di passare all’azione sarebbe «anticostituzionale, ma soprattutto inefficace». Lo ha detto il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve ai microfoni di radio Europe 1. Schedato con la lettera ”S” era infatti uno dei due giovani attentatori che hanno sgozzato padre Jacques Hamel mentre celebrava la messa.

Per Marion Le Pen “dopo Rouen è guerra identitaria”

«Siamo in una guerra di religione?», chiede la giornalista. «Piuttosto una guerra identitaria», risponde Marion-Maréchal Le Pen, la deputata francese del Front National intervistata questa mattina da radio RMC. Per lei, che ieri ha annunciato di arruolarsi in prima persona nella riserva militare per rispondere in prima persona alla minaccia del terrorismo, «l’unica cultura in Francia dovrebbe essere la cultura francese». Marion-Maréchal Le Pen ritiene che quella che si profila all’orizzonte sia «una lotta generazionale». Poi l’attacco ad un governo socialista «particolarmente debole e intimorito» davanti al terrorismo.

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