Erdogan arresta 6000 persone, accusa gli Usa e gli chiede di estradare Gulen
Sale ancora la tensione fra Ankara e Washington a cui la Turchia chiede l’estradizione di Fethullah Gulen, l’imam e magnate auto-esiliatosi negli Stati Uniti dal 1999, che il governo turco accusa di essere dietro il golpe fallito mentre continuano le retate degli oppositori. Per il golpe fallito “ci sono circa 6 mila arresti, e la cifra supererà i 6 mila attuali. Continuiamo a fare pulizia”, annuncia il ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag, secondo quanto precisato dai media turchi dopo aver invece attribuito al responsabile turco la frase: “ci saranno altri 6 mila arresti”, oltre ai 6 mila già effettuati.
“Se gli Stati Uniti sosterranno” Fethullah Gulen, negandone l’estradizione in Turchia con l’accusa di aver organizzato il fallito golpe, “questo danneggerà la loro reputazione. Non penso che continueranno a proteggere una persona del genere”, ha aggiunto Bozdag, citato dall’agenzia statale Anadolu.
A rincarare la dose ci ha pensato il ministro del Lavoro turco il quale ha ipotizzato apertamente, riferisce la Bbc, che gli Usa siano dietro il fallito golpe della notte fra venerdi’ e sabato, mentre il segretario di Stato, John Kerry, citato da Lussemburgo, ha negato tutto mettendo in guardia la Turchia da quelle che ha chiamato “pubbliche insinuazioni”. I sospetti sugli Usa – ha detto Kerry – “sono totalmente falsi e danneggiano” i rapporti.
Ma le accuse lanciate dalla Turchia hanno il preciso scopo di aprire una breccia e di ottenere dagli Stati Uniti la consegna dell’odiato Gulen. Tant’è che il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu ha telefonato la notte scorsa al segretario di Stato Usa, John Kerry nel corso della quale si è parlato proprio “delle procedure giudiziarie e dei problemi relativi all’estradizione di Fethullah Gulen”. Sono state le stesse fonti diplomatiche di Ankara a rivelare la vicenda lasciando intendere che potrebbero aprirsi alcuni spiragli nella trattativa.
Non si ferma intanto la resa dei conti e dopo che ieri erano già stati arrestati quasi 3 mila militari golpisti, e altrettanti giudici erano stati rimossi, stamani l’agenzia statale Anadolu ha dato conferma della detenzione di altri 52 soldati e dell’emissione di mandati d’arresto per 53 magistrati. Ieri, anche decine di giudici erano finiti in manette, tra cui uno della Corte costituzionale.
Ed è atterrato in Turchia intorno a mezzanotte l’elicottero militare turco Blackhawck che era giunto ieri ad Alexandropoli, in Grecia, con a bordo 8 militari golpisti in fuga dopo il fallito colpo di stato. Gli 8 soldati turchi dovrebbero comparire già oggi davanti a un giudice greco, che ne esaminerà la richiesta di asilo con una procedura accelerata. Ieri, il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusosglu, si era detto convinto di una rapida estradizione dei golpisti, dopo averne parlato con il suo omologo greco Nikos Kotzias.