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Da Frassica a Chef Rubio, ecco i vip che sponsorizzano la lotta dei No Tav

Da Frassica a Chef Rubio, ecco i vip che sponsorizzano la lotta dei No Tav

Cronaca - di Paolo Lami - 23 Luglio 2016 - AGGIORNATO 24 Luglio 2016 alle 08:06

C’è Nino Frassica. Lo stesso Nino Frassica che, nel 2010, in divisa da carabiniere, recitava nel film “The Tourist” generosamente sponsorizzato da Trenitalia con il prestito di tre vetture Frecciarossa. E c’è lo Chef Rubio che nell’ottobre del 2015 si concedeva ai fotografi di #Note, uno degli house organ di FS Italiane facendosi ritrarre in copertina sdraiato su un letto di peperoncini. Qualcosa deve essere certamente successo nell’amore platonico fra Nino Frassica e Trenitalia e Chef Rubio e Ferrovie italiane, se, a distanza di qualche anno il comico e il cuoco gettano alle ortiche quel loro passato per schierarsi, gratuitamente, a fianco dei No Tav contro l’Alta Velocità ferroviaria voltando le spalle alla generosità dei ferrovieri di Trenitalia. Ma Rubio e Frassica sono solo alcuni dei Vip che hanno accettato di prestare, gratuitamente, la propria immagine e la propria presenza al cosiddetto “Festival dell’Alta Felicità“, boutade linguistica che si vuole contrapporre ideologicamente all’Alta Velocità e che si materializza in una tre giorni  – dal 22 al 24 luglio – di musica, performance, campeggi, dibattiti e provocazioni nel cuore della Val Susa e delle Alpi Cozie, a ridosso di quel cantiere di Chiomonte sul quale, di tanto in tanto, si scarica la rabbia stupida e violenta dei No Tav.
Accanto a Frassica e a Chef Rubio, nella manifestazione organizzata dal movimento No Tav per farsi un po’ di pubblicità a buon mercato, ci sono nomi come, ovviamente, i 99 Posse, i Subsonica, Eugenio Finardi, il solito Elio Germano, oramai protestante in servizio permanente effettivo, il gruppo Assalti Frontali, gli Statuto. Tutti, è ben scritto a caratteri cubitali sul sito dell’organizzazione a scanso di equivoci e di richieste di compensi, sostengono l’iniziativa politica Festival Alta Felicità con un contributo di partecipazine a titolo gratuito. Famo a capisse, si direbbe a Roma. Casomai a qualcuno venisse l’idea di chiedere un gettone di presenza.
C’è da dire che l’evento non è iniziato nel migliore dei modi. Fra le varie “idee” c’era una visita all’area del cantiere della Val Clarea. «Visita al Mostro», la definivano con spirito british i No Tav. «Alcuni valligiani vi accompagneranno in una visita ad un luogo simbolo della lotta al Tav – annunciavano sul sito gli organizzatori – Visto lo spirito del Festival vi proponiamo di raggiungere il cantiere a piedi partendo da Venaus. In questo modo potrete passeggiare tra le strade di Venaus che si arrampicano lungo un fitto bosco di pini e castagni fino a Giaglione. Da Giaglione, attraverso una strada sterrata facilmente percorribile, si raggiungerà il cantiere: un mostro di cemento che ha preso il posto di un bosco di castagni centenari. Durante la visita alcuni tecnici ci aiuteranno a capire le ragioni dell’opposizione, l’inutilità e la pericolosità del progetto Tav».
Senonché la polizia ha bloccato quella che i No Tav definiscono «una semplice escursione guidata» davanti al cantiere del Tav a Chiomonte. Gli agenti sono stati fatti posizionare sul ponte che corre sul torrente Clarea, impedendo l’ingresso nella cosiddetta “zona rossa” interdetta al passaggio da un’ordinanza della Prefettura.
«Molti dei partecipanti – dicono in un comunicato strappalacrime i No Tav  – arrivano da diverse parti del Paese e avrebbero voluto vedere con i propri occhi quello che sinora hanno visto solo attraverso l’opaco filtro dei mass media». Niente da fare: la polizia è stata irremovibile. E ha rimandato indietro i partecipanti. Che ora, oltretutto, dovranno pure sorbirsi per tre giorni la comicità di Nino Frassica. Quando si dice la sfiga.

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23 Luglio 2016 - AGGIORNATO 24 Luglio 2016 alle 08:06