Il grido del Papa ad Auschwitz: «Signore, perdona tanta crudeltà»
La memoria del dolore e dell’orrore in un tempo funestato da troppe atrocità. Le parole del Papa in visita ad Auschwitz ripropongono il senso tragico della storia. «Signore, abbi pietà del tuo popolo! Signore, perdona tanta crudeltà» («Senor, ten piedad de tu pueblo! Senor, perdon por tanta crueldad!»: è il messaggio scritto in spagnolo che Papa Francesco ha lasciato al campo di concentramento. A diffondere il messaggio del Papa è in un tweet il Museo Memoriale di Auschwitz. Sono parole di forte intensità drammatica e di intensa spiritualità, che raccolgono la memoria tragica della Shoah e che rimandano anche agli orrori di oggi. Anche oggi, le parole dei fanatici dell’Isis esprimono idee di sterminio.
Il Papa nella cella di Padre Kolbe
Ad Auschwitz, il Papa si è seduto su una panchina. Mani giunte, a tratti anche con il capo chino e gli occhi chiusi, ha pregato da solo in silenzio per diversi minuti. Bergoglio è poi sceso nella cella dove è stato ucciso san Massimiliano Kolbe, il francescano polacco che offrì la sua vita ai nazisti in cambio di quella di un padre di famiglia. Anche qui si è seduto per un altro lungo momento silenzioso di preghiera. All’interno del campo di concentramento, il Papa ha incontrato un gruppo di sopravvissuti alla Shoah. Per ciascuno c’è un momento personale con il pontefice, con qualche scambio di parole, strette di mano, abbracci.Uno dei sopravvissuti alla Shoah ha donato a Papa Francesco una candela con la quale il pontefice ha poi acceso una lampada davanti al cosiddetto ‘muro della fucilazione’ nel campo di Auschwitz.