Immigrati, integrazione senza buonismo: la “ricetta” dell’Irpinia

27 Lug 2016 12:35 - di Redazione

Un modo concreto di rispondere alla domanda di integrazione senza scadere nei cliché delle pratiche buoniste e per allontanarsi dalle inconcludenti retoriche a base da frontiere da abbattere e muri da innalzare. É questo il senso dell’iniziativa “Immigrati 2.0” presentata nel corso di una conferenza stampa a Monteforte Irpino, importante centro dell’Avellinese, da African Revolution Sound, associazione di africani da tempo stabiliti in Campania, e da “Primavera Irpinia“, sigla guidata da Sabino Morano molto attiva sotto il profilo politico-sociale. Che l’iniziativa si discostasse dai luoghi comuni che solitamente accompagnano manifestazioni del genere lo ha fatto subito capire il senegalese Papis Koma, presidente di African Revolution Sound, da anni in Irpinia che ha chiaramente sottolineato i pericoli annidati nell’accoglienza indiscriminata e non regolamentata.

Il leader senegalese: noi i più danneggiati dall’accoglienza senza regole

I primi danneggiati dall’«invasione dei richiedenti asilo, spesso di dubbia provenienza – ha puntualizzato Koma -, sono proprio tutti gli immigrati che da anni vivono integrati pacificamente e che, soprattutto, lavorano nelle città Italiane». Il tema del lavoro, non a caso, è il cuore dell’iniziativa. E non a chiacchiere: è infatti già programmata la nascita di una cooperativa agricola che diventerà, utilizzando gli strumenti disponibili nel campo dei finanziamenti pubblici e privati, un polo formativo per gli immigrati. Il gruppo di consulenti “prestati” da “Primavera Irpinia” è già al lavoro in tal senso.

Immigrati a lezione di agricoltura per poi tornare in Africa

Il progetto è articolato in tre fasi: costituzione di una cooperativa agricola come forza lavoro di immigrati disponibile; attività di formazione nel campo delle più moderne tecniche di agricoltura e zootecnia in collaborazione con le istituzioni e i poli didattico-formativi del territorio; costituzione di un gruppo di immigrati, che dopo l’opportuna fase formativa, ritorni nei propri Paesi d’origine, per organizzare in loco corsi di divulgazione e formazione per aiutare lo sviluppo di un agricoltura moderna ed efficiente.  All’incontro tradotto simultaneamente in inglese francese e mandingo hanno preso parte i rappresentati delle varie comunità nazionali presenti sul territorio, Senegal, Burkina Faso, Congo, Ghana, Costa d’Avorio, Nigeria, Gambia, Pakistan, Bangladesh, Mali, Guinea Repubblica Centrafricana.

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