L’Ordine dei giornalisti ricorda Cesare Battisti: «Fu cronista dalla schiena dritta»
Non solo non fu un “traditore” come pure qualcuno in preda al solito vizio di voler sporcare tutto, anche i sentimenti più nobili, aveva azzardato, ma fu un grande patriota che pagò con la vita il suo attaccamento all’Italia. Da quella morte per impiccagione, disposta dall’imperial-regio governo austriaco come condanna per “tradimento” a Cesare Battisti sono trascorsi esattamente cento anni. A distanza di un secolo, anche l’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige, in uno con quello nazionale, ha voluto ricordare «l’irredentista, geografo e certamente il più famoso dei giornalisti caduti nella Grande Guerra».
L’amicizia tra Battisti e Mussolini
Nella sua molteplice attività, infatti, Battisti non trascurò quella di cronista, all’epoca mestiere nuovo ed emergente. Insieme con lui l’Ordine del Trentino Alto Adige ha ricordato anche Girolamo De Tevini, conosciuto da molti anche come Gerolamo Tevini, giornalista trentino redattore de Il Piccolo, insignito della Medaglia d’argento al valore militare alla memoria. Ma torniamo a Battisti: il martire irredentista condivise con Benito Mussolini gli anni della battaglia anticlericale e antiborghese quando, proprio a Trento, il futuro Duce del fascismo dirigeva il settimanale socialista L’Avvenire del Lavoratore.
L’Ordine: «Denunciò lo sfruttamento sociale»
«Battisti, oltre la sua vicenda politica – si legge in una nota diffusa dall’Ordine – resta per noi un esempio di giornalismo della “schiena dritta”, con le sue numerose inchieste, le denunce del malaffare di sindaci e pubblici funzionari, oltre alle rivelazioni di stati di sfruttamento e ingiustizia sociale. Denunce non generiche, ma documentate e narrate con efficacia, come deve fare un giornalista. Le sue battaglie contro la corruzione, lette oggi, restituiscono il respiro e la visione del grande giornalista».