Merkel avverte Erdogan: «Rispetta il diritto anche con i golpisti»

16 Lug 2016 17:06 - di Ezio Miles

C’è inquietudine, nelle cancellerie europee, per quello che potrebbe accadere  in Turchia a seguito del golpe fallito di questa notte. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha dato voce alle preoccupazioni europee chiedendo  al presidente turco Recep Tayyep Erdogan di trattare i golpisti rispettando le regole dello stato di diritto. Lo scrive su Twitter la Deutsche Welle. Poco prima la Merkel aveva rilasciato una insolita dichiarazione:  «La Germania è al fianco di tutti quelli che in Turchia difendono la democrazia e lo stato di diritto». Il tono è sembrato quello di una sorta di equidistanza dalle vicende interne turche e di un malcelato timore per la possibilità che Erdogan possa imprimere un brutale giro di vite alla società turca inasprimendo la condizione dei diritti umani. Oltre all’esercito, uno dei settori maggiormente colpiti dalle epurazioni è quello della giustizia: oltre 2000 giudici sono stati sospesi. E ciò, naturalmente, non fa che aumentare le preoccupazione della Merkel e della comunità internazionale.  Va anche segnalato che vari siti hanno riportato la notizia che la Merkel avrebbe negato l’atterraggio in Germania all’aereo su cui si trovava Erdogan nelle ore ore più drammatiche del fallito golpe.

Oltre a Merkel, anche Obama è preoccupato per l’evoluzione della situazione in Turchia. Il presidente americano ha convocato  la sua squadra per la sicurezza nazionale e per gli affari esteri per discutere della Turchia. Lo afferma la Casa Bianca. L’incontro si svolge nella nella Situation Room. Si apprende anche l‘esercito americano ha rafforza la sicurezza nelle sue basi militari in Turchia, dove l’allerta sale al livello più ‘ alto, Delta, che indice un attacco terroristico avvenuto o considerato imminente. Lo riporta la stampa americana citando il Dipartimento della Difesa, secondo il quale nessuna indicazione è stata ricevuta dal Dipartimento di Stato per rafforzare la sicurezza all’ambasciata e ai consolati nel paese.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *