Pizza & appalti di Stato: nella rete degli affaristi “altissime cariche istituzionali”
«Pizza, per esercitare e perpetuare il potere di influenza che gli è notoriamente riconosciuto nell’ambiente degli imprenditori gravitanti nel settore degli appalti pubblici» sfruttava «i legami stabili con influenti uomini politici, spesso titolari di altissime cariche istituzionali». È quanto scrive nell’ordinanza il gip di Roma in riferimento al ruolo svolto da Raffaele Pizza nell’indagine che ha portato all’arresto di 24 persone. Soffermandosi sul ruolo del faccendiere, il giudice scrive che «si adoperava costantemente per favorire la nomina, ai vertici degli enti e delle società pubbliche, di persone a lui vicine, così acquisendo ragioni di credito nei confronti di queste che, dovendo successivamente essergli riconoscenti, risulteranno permeabili ai suoi metodi di illecita interferenza nelle decisioni concernenti il conferimento di appalti pubblici ed attività connesse». Pizza, inoltre, «politicamente gravitante nell’area della Nuova Democrazia Cristiana, grazie alle “entrature” politiche e a forti e risalenti legami stabiliti con persone con ruoli di vertice nell’ambito di enti e società pubbliche (Inps, Inail, Enel, Poste Italiane, Consip., Ministero della Giustizia, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca), faceva da ponte tra il mondo imprenditoriale e quello politico-istituzionale nell’interesse di imprenditori interessati a partecipare a gare pubbliche o, comunque, in rapporti con le pubbliche amministrazioni».
Con Pizza coinvolto anche il deputato Marotta (Ap)
Puntava a rientrare al Consiglio Superiore della magistratura Antonio Marotta, (nella foto) il deputato di Ap indagato dalla procura di Roma. Il suo proposito emerge da una intercettazione presente nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nei confronti di 24 persone. Marotta era stato al Csm dal 2002 al 2006 componente in quota Udc. In una conversazione intercettata il 3 marzo del 2015 nell’ufficio di Pizza, il parlamentare diceva di essere scontento di fare il deputato e di voler tornare a Palazzo dei Marescialli, trattandosi, a suo dire, di un luogo in cui si esercita il vero potere. «Piena solidarietà al collega Marotta: la stima e la fiducia nei suoi confronti mi inducono a ritenerlo del tutto estraneo ai fatti in cui sembra coinvolto. Credo che sia uno di quegli errori di interpretazione che molto hanno a che vedere con lo stravolgimento dei fatti e delle informazioni». Così Paola Binetti parlamentare di Area popolare. Identica linea garantista adottata da Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare. «Lui dice che pensa di essere stato oggetto di un equivoco e di esserne fuori al cento per cento. Sono certo che presto questa estraneità gli verrà riconosciuta».