
Prato, inchiesta sulla sicurezza “fai da te” dei cinesi: ronde contro i magrebini (VIDEO)
Cronaca - di Ginevra Sorrentino - 1 Luglio 2016 - AGGIORNATO 1 Luglio 2016 alle 16:10
Altro che invasione pacifica e silente a colpi di manodopera a basso costo, di contraffazione d’autore e negozietti sparsi sul territorio cittadino (e sottratti a vecchi artigiani e commercianti locali messi con le spalle al muro della crisi): il vaso (cinese) di Pandora è esploso in tutto il suo potenziale dinamitardo, facendo uscire un sommerso per certi aspetti insospettabile. E così, mentre ancora deflagrano nell’aria toscana le conseguenze della rivolta contro gli agenti di Sesto Fiorentino, una decina di perquisizioni stanno rivoltando da cima a fondo altrettanti capannoni cinesi nell’area del Macrolotto a Prato.
Cinesi a Prato, la Procura a caccia di «un gruppo criminale»
E allora, secondo quanto si apprende, non si tratta della consueta operazione contro il lavoro nero: le perquisizioni sono state disposte dalla procura di Prato nell’ambito di una inchiesta ancora più inquietante che riguarderebbe, tra le ipotesi di reato, anche quella per istigazione a delinquere. Da quanto fin qui trapelato sulle operazioni ancora in corso, l’indagine di Prato non sarebbe collegata a quanto successo negli ultimi due giorni a Sesto Fiorentino, al confine tra Prato e Firenze, dove – come noto – c’è stata la rivolta di circa 500 cinesi scattata in seguito a una serie di controlli disposti dalla Asl in un capannone “alveare”. Una ingente operazione delle forze dell’ordine, questa di Prato, all’interno della quale la polizia della città, a caccia di un vero e prorio gruppo criminale, sta eseguendo 9 decreti di perquisizione nei confronti di altrettante persone indagate, in stato di libertà, per i reati di associazione per delinquere e atti violenti per motivi razziali. A quanto si apprende gli interventi odierni sarebbero l’atto conclusivo delle indagini condotte dalla Squadra Mobile pratese, avviate nel 2015 e che hanno consentito di raccogliere elementi indiziari a carico di un gruppo criminale, composto da cittadini cinesi, esponenti dell’associazione culturale La Città del Cervo Bianco, i quali avrebbero commesso diverse aggressioni contro cittadini extracomunitari, prevalentemente di origine magrebina, ritenuti responsabili di reati predatori avvenuti contro cittadini cinesi.
Cinesi a Prato, ronde e spedizioni contri magrebini
Secondo quanto fin qui appurato dagli inquirenti e riferito dalla polizia di Prato in una nota sulle indagini in corso in città per aggressioni a cittadini extracomunitari, il responsabile dell’associazione La Città del Cervo Bianco di Prato avrebbe attuato «indebite attività di vigilanza» in favore di connazionali, presidiando il territorio e «organizzando ronde o spedizioni nei confronti di cittadini nordafricani, anche estranei a fatti delittuosi».E infatti, non a caso, mazze da baseball e bastoni di ferro realizzati con tondini da edilizia rivestiti di nastro isolante sono stati sequestrati dagli uomini della polizia nel corso delle nove perquisizioni effettuate questa mattina a Prato, due delle quali nelle sedi dell’associazione Cervo bianco appunto. Sette, invece, le perquisizioni effettuate contro altrettante persone che, secondo quanto si apprende, erano al vertice dell’associazione che avrebbe organizzato veri e propri raid contro cittadini magrebini e rom accusati dai cinesi di compiere rapine nei confronti della comunità. Non solo: in base a quanto fin qui emerso, alcuni dei sette indagati avrebbero partecipato anche alla rivolta di due giorni fa nei pressi di un capannone all’Osmannoro, nel Comune di Sesto Fiorentino (Firenze), che portò a scontri tra i manifestanti cinesi e le forze dell’ordine. L’inchiesta di Prato, però, non sarebbe direttamente collegata a quanto successo all’Osmannoro. Tra le accuse imputate a questi gruppi punitivi operativi a Prato, allora, quella di associazione a delinquere con modalità razziali. Gli uomini della Questura sono stati coordinati dalla Procura e diretti dal dirigente della Squadra mobile Francesco Nannucci: ma per loro districarsi all’interno di una comunità cinese come quella di Prato non sarà facile. Da tempo, peraltro, i cittadini cinesi hanno annunciato di essere per una «socurezza fai da te» in città. Ecco il video che già quattro mesi fa preannunciava quanto sta succedendo in queste ore.