Referendum, “spacchettamento” in vista? No dal centrodestra
Referendum, vista la mal parata che si profila, la maggioranza prova a depotenziare politicamente l’appuntamento. Due potrebbero essere le vie di fuga possibili per Renzi, uno “spacchettamento” del referendum oppure un suo rinvio. Dai rgani della maggioranza esce oggi in avanscoperta Fabrizio Cicchitto. «Dalle dichiarazioni del vicepresidente Guerini sembra che nel Pd emerga la disponibilità ad una riflessione sulla legge elettorale. Quanto al referendum sulla legge costituzionale il nostro impegno è pieno: abbiamo già firmato il documento dei parlamentari per il “Si”. Per quello che personalmente ci riguarda stiamo anche esaminando la possibilità di firmare la proposta radicale sul cosiddetto spacchettamento mettendo nel conto di votare “Si” per ognuno dei quesiti che essa eventualmente presenta. In sostanza va sostenuta ogni proposta che va nella direzione di una approvazione ragionata della riforma evitando l’errore di cambiare i termini del quesito per cui essa invece si risolva in uno scontro frontale pro o contro il governo che sarebbe il modo per evitare il confronto di merito sulla riforma».
Gasparri: «Sul referendum niente truffe»
Dal centrodestra arriva già il fuoco di sbarramento contro i tentativi dilatori della maggioranza. È deciso il no di Maurizio Gasparri. «Niente truffe. Pensare con manovre e giochetti di allungare i tempi del referendum sulla Costituzione oltre il ragionevole o peggio di spacchettare il quesito in diverse votazioni è una manovra da disperati. E non la consentiremo. Renzi si sente l’acqua arrivare alla gola e reagisce in modo scomposto. Forza Italia non avallerà operazioni simili e richiama l’attenzione di tutte le istituzioni. Leggiamo di cavilli e imbrogli che devono uscire dall’agenda politica. Si voti presto, si voti su tutto con un’unica indicazione da parte del cittadino. Renzi ha fatto il minaccioso. Ha messo in gioco se stesso. Ora sembra un coniglio in fuga. Ma i suoi trucchi non sono ammissibili».
Quagliariello: «Spacchettamento? Non decide Renzi»
Più sfumata la posizione del senatore Gaetano Quagliariello, presidente del movimento “Idea”. «Sull’eventuale spacchettamento del quesito del refrendum ogni opinione è del tutto legittima, tanto è vero che anche nel percorso di deroga all’articolo 138 immaginato a inizio legislatura tale ipotesi era contemplata dal momento che si prevedeva di sottoporre le riforme a “uno o più referendum”. Quel che è inaccettabile è ritenere, come sembrerebbe dal surreale dibattito di questi giorni, che la decisione in materia possa essere in qualche modo nella disponibilità del governo, del premier o del Pd». «Sull’ammissibilità dei quesiti formulati dai soggetti titolati a chiedere il referendum, fra i quali il governo non è contemplato – prosegue – decide la Corte di Cassazione, non l’umore di Matteo Renzi a seconda dei sondaggi del giorno»